E’ prevista in giornata l’autopsia sul corpo di Totò Riina, il boss di Cosa Nostra morto venerdì all’ospedale di Parma. Successivamente è prevista la visita dei familiari e il probabile nullaosta della Procura alla sepoltura nel cimitero di Corleone. Per consentire gli accertamenti medico-legali, sul decesso è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo. La Cei ha escluso ogni possibilità di organizzare esequie pubbliche.
“Ho dei figli minori, non ho niente da dire, tre bambini piccoli che vedono la foto della madre sui giornali. Vi denuncio”. E’ quanto ha dichiarato Maria Concetta Riina, la maggiore dei quattro figli del boss di Cosa Nostra parlando ai giornalisti. La donna si è recata presso la sezione di Medicina Legale dell’ospedale Parma, dove sarà effettuata l’autopsia sul corpo del padre. “Chiedo rispetto per il dolore di una famiglia”, ha aggiunto.
“Credo che, per come conosco l’organizzazione mafiosa, avessero già cercato di pensare a una successione. Perché è vero che Riina rappresentava il capo assoluto di Cosa Nostra, ma è anche vero che ormai le sue condizioni facevano facilmente prevedere che di lì breve sarebbe scomparso”, ha dichiarato Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo. “Sono abbastanza certo – ha aggiunto il magistrato – che l’organizzazione si sia mossa per prendere le decisioni necessarie: o una gestione collegiale dei vertici o un tentativo di qualcuno di forzare la mano. Nel primo caso avremmo una stagione di politica silente di Cosa Nostra, di sommersione come è stata quella inaugurata da Provenzano o uno scontro, che non è mai da augurarsi”.
Dopo le stragi Falcone e Borsellino, “la scelta cadde su di me, che avevo la colpa di essere stato ‘esecutore’ del maxiprocesso di Giovanni Falcone. Dovevano uccidermi col tritolo, a Monreale, mentre mi recavo a casa dei miei suoceri”. E’ il racconto del presidente del Senato, Pietro Grasso, a La Stampa. “Trovarono difficoltà perché vicino al posto designato c’era una banca i cui sistemi di allarme interferivano coi timer mafiosi e c’era il pericolo che la bomba esplodesse quando non doveva. Poi, a gennaio, arrivò la cattura di Riina e perciò sono qui a raccontare”.
“Il mio timore è che adesso la sua tomba possa diventare una meta di pellegrinaggio. Che di Riina si crei un mito”. Lo ha affermato monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale. “C’è gente che viene a Corleone per visitare la casa del padrino, i luoghi della mafia. In un albergo c’erano degli americani che chiedevano di vedere le immagini della strage di Capaci. Ho sentito dire che il figlio di un mafioso organizza tour turistici, chissà che informazioni darà”.
E sull’ipotesi di esequie pubbliche: “Non ci sarà alcun funerale, ne ho parlato anche con il questore. La salma sarà portata al cimitero e il cappellano, se la famiglia lo chiederà, potrà formulare una preghiera e la benedizione in forma strettamente privata e d’accordo con l’autorità civile. I mafiosi sono scomunicati e il canone 1184 del codice di Diritto canonico, per evitare il pubblico scandalo dei fedeli, stabilisce che i peccatori manifesti e non pentiti devono essere privati delle esequie”.