Verbania – Per abbattere i propri debiti di Iva e imposte dirette con l’Erario una cooperativa milanese, operante nel settore delle “prestazione di servizi rese alle imprese”, utilizzava fatture per operazioni inesistenti, apparentemente emesse da un’impresa della provincia di Verbania, per prestazioni di promozione pubblicitaria mediante call center per un importo di oltre 5 milioni di euro.
La frode è stata scoperta dai finanzieri della compagnia verbanese. Risultava impossibile la prestazione per l’impresa del Verbano, in quanto non disponeva di personale dipendente, luoghi di esercizio, beni strumentali, utenze telefoniche e risorse finanziarie per la fornitura dei servizi fatturati. Per il 2009, unica annualità per la quale la ditta verbanese aveva presentato la dichiarazione dei redditi, nessuna spesa veniva documentata per la retribuzione di personale e tutti i costi apparentemente sostenuti (pur se non pagati con strumenti finanziari tracciabili) risultavano documentare operazioni, in realtà, mai realizzate, in quanto, tali prestazioni apparivano essere state svolte da ditte fallite anche decine di anni prima, residenti in altre regioni d’Italia ed altre imprese che hanno dichiarato di non aver avuto mai alcun rapporto economico con l’impresa piemontese.
Per gli anni successivi l’impresa pubblicitaria del Verbano non presentava dichiarazione dei redditi, comunicando alla Camera di commercio la cessazione dell’attività d’impresa al 31 dicembre 2009. Nella contabilità della cooperativa milanese, invece, esistevano fatture per le annualità successive fino al 2013, tutte contabilmente pagate mediante assegni bancari; tali titoli non venivano versati nei conti correnti dell’impresa verbanese, in quanto, all’esito di un successivo più accurato approfondimento finanziario, gli stessi recavano come beneficiaria proprio la cooperativa titolare del rapporto finanziario sul quale i titoli erano tratti.
Dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti è la fattispecie di reato del quale il rappresentante legale pro tempore della cooperativa dovrà rispondere dinanzi al tribunale di Milano.
Le Fiamme gialle verbanesi, nei giorni scorsi, hanno quindi dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo “per equivalente”, emesso dal gip del Tribunale di Milano, fino a concorrenza di 895.236,37 euro, sottoponendo alla misura cautelare tre unità immobiliari di proprietà dell’indagato situate nella centralissima via Enrico Toti di Bari, due rapporti finanziari, quote di partecipazione ad una società per azioni operante nel settore del turismo sulla sponda lombarda del Lago Maggiore e due autoveicoli intestati alla persona indagata.