Aversa – Questa mattina il sindaco di Aversa, Enrico De Cristofaro, sarà ascoltato in Commissione Antimafia a Palazzo San Macuto dopo che, nello scorso mese di agosto, il senatore Franco Mirabelli del Pd aveva chiesto ed ottenuto l’audizione del primo cittadino normanno in merito alla vicenda ‘The Queen’ che vede coinvolto in prima persona lo stesso De Cristofaro per presunti reati commessi quando ricopriva la carica di presidente dell’ordine provinciale degli architetti di Caserta.
La scelta del comune di Aversa, che ha deliberato di non costituirsi parte civile nell’inchiesta, secondo Mirabelli “appare grave in particolare in un territorio dove la camorra opera e si è insediata da tempo e dove, per questo, l’impegno dei comuni contro le mafie deve essere costante, senza ambiguità ed esplicito”.
“Per questo – aveva dichiarato all’epoca il senatore Dem – si è ritenuto opportuno convocare il sindaco per chiedergli di spiegare le ragioni di una scelta difficilmente comprensibile nella sostanza e nel metodo”.
Da parte sua De Cristofaro aveva dichiarato che la decisione di sentirlo presso la Commissione Antimafia lo riempiva di gioia e continuando aveva affermato: “Sarà possibile, finalmente, porre fine ad una strumentalizzazione politica veramente indecorosa. Tutto, infatti, nasce dall’erroneo inserimento operato dalla Dda di Napoli, nel processo per stralcio a carico di due imputati del processo ‘The Queen’, del Comune di Aversa nell’elenco delle parti offese”.
“Ricevuta tale comunicazione, dopo aver consultato i miei legali, – è ancora il primo cittadino normanno a parlare – ho deciso, su loro indicazione di non esporre il Comune a formalizzare una costituzione di parte civile che, per motivi tecnici e per non incorrere negli strali della Corte dei Conti, non poteva che produrre danno all’immagine dell’Ente da me rappresentato e alle Casse dello stesso”.
De Cristofaro illustra anche le motivazioni che hanno portato la sua giunta a non costituirsi parte civile: “Premesso che la vicenda giudiziaria è riferita a epoca precedente al mio ingresso in politica e che non sono portatore di alcun interesse, mi corre l’obbligo di evidenziare che la errata indicazione del Comune di Aversa quale parte offesa deriva dal fatto che la Procura di Napoli non era, e non è, a conoscenza che il Comune con una convenzione pluriarticolata, ha affidato da tempo (per 30 anni) all’Adisu ogni incombenza sia per la gestione e manutenzione ordinaria che straordinaria a tale Ente. Allo stato, quindi, il Comune di Aversa non ha alcun potere di intervento o di gestione, avendo solo conservato la titolarità della proprietà, riservandosi espressamente solo la risoluzione della convenzione, nell’ipotesi di inadempienza dell’Adisu al rispetto dell’uso della struttura destinata per l’alloggio degli studenti fuori sede”. “Tanto premesso, – conclude – la convocazione davanti alla Commissione Antimafia sarà un momento finalmente chiarificatore e si evidenzierà, ancora una volta, la mia correttezza nel pieno rispetto delle Istituzioni”.
Una ricostruzione che non convince il locale gruppo consiliare Pd secondo il quale l’interesse del Comune di Aversa è nel fatto che conserva la proprietà dell’immobile e che il nome stesso dell’Ente risulta leso fosse solo perché ancora oggi non si riesce ad ospitare gli studenti dopo tanti soldi spesi.