Sant’Arpino – Da poco gli amministratori e gli uffici hanno terminato al Comune il censimento generale dei debiti dell’ultimo decennio ed ecco che ne spunta un altro, non censito nel piano di riequilibrio pluriennale da poco votato in consiglio comunale ed inviato alla Corte dei Conti. In questi giorni “Campania Bonifiche”, concessionario della riscossione per il Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno, ha notificato all’Ente locale un atto di ingiunzione di pagamento per una somma complessiva di ben 248.345 euro.
La cifra, davvero colossale per le casse comunali, sarebbe dovuta per lo scarico delle acque meteoriche relative agli esercizi che vanno dal 2008 fino all’anno 2016 ai sensi dell’articolo 27 della legge numero 36 del 1994. Non ci sta, però, a pagare l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Dell’Aversana che, con apposita delibera di giunta comunale, ha deciso di resistere in giudizio mediante conferimento di incarico legale.
“A mio giudizio questa richiesta è onerosa e non dovuta. – dichiara Dell’Aversana – Non subiremo passivamente questa ingiustizia. Non mi risulta alcune convenzione stipulata per gestione di canali di acque meteoriche fra comune e consorzio. Assurda una richiesta di riscossione avanzata in base ad un regio decreto del 1910 per un servizio inesistente”.
Il sindaco, dunque, non vuole sentirne di sborsare 248.345 euro e per questo motivo ha deciso con la sua giunta comunale di conferire incarico ad un legale a difesa delle ragioni del comune. Agli uffici comunali non risulterebbero allo stato lo scarico di acque meteoriche da parte del comune in canali di gestione del consorzio, né tantomeno risultano notificati avvisi di accertamento e pagamento. “Il consorzio – aggiunge Dell’Aversana – può imporre questo balzello sui territori che traggono reale profitto dalle opere di bonifica e non certo a Sant’Arpino”.
Il consorzio di bonifica del bacino inferiore del Volturno abbraccia vaste aree, compreso il territorio atellano, che non hanno beneficiato direttamente di alcun intervento bonificatorio ma che ugualmente vengono sottoposte a vessazione tributaria. Il consorzio, a detta del sindaco, “non può autoelevarsi a rango di soggetto con potestà tributaria al pari dello stato e delle regioni. Staremo a vedere dunque se l’amministrazione comunale riuscirà ad evitare quest’altro debito che al comune di Sant’Arpino come gli esami di Eduardo sembra che non finiscono mai”.