Aversa – Un parco di interesse regionale all’interno dell’ex ospedale psichiatrico “Santa Maria Maddalena”, oggi di proprietà dell’Asl di Caserta e, quindi, della Regione Campania. Sembra essere questo l’intento dell’amministrazione comunale normanna guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro che, approfittando di un incontro avuto il coordinamento delle associazione locali di volontariato che si occupano del complesso, riunite ne “La Maddalena che vorrei”, ha annunziato l’avvio di tavoli programmatici d’incontro per definire le prospettive future di riqualifica non solo dell’edificio di sua proprietà all’interno dell’area, il padiglione dedicato allo psichiatra Leonardo Bianchi, ma l’intera struttura che ha un immenso valore sia storico – artistico che naturalistico ed è, di fatto, semidiroccata se si escludono alcune realtà come la fattoria sociale «Fuori di zucca» o i laboratori nella ex falegnameria ad opera del centro sociale Iskra.
“Per fare questo – ha dichiarato il sindaco De Cristofaro – coinvolgeremo a questo tavolo i Comuni di Trentola Ducenta e Lusciano sui cui territori, oltre che sul nostro, insiste l’area della Maddalena. Abbiamo, ovviamente, intenzione di coinvolgere l’Asl e la Regione Campania, che rappresentano la proprietà, per dar vita ad un confronto e valutare progettualità da condividere che devono mirare al recupero del complesso con conseguente fruizione pubblica”.
Nel corso dell’incontro sono state tracciate delle linee programmatiche non escludendo che la Maddalena possa far parte di un parco sovracomunale di area molto più estesa che interessi non solo la città di Aversa ma anche il territorio limitrofo rientranti in Lusciano e Trentola Ducenta.
Il coordinamento ha chiesto un incontro con il primo cittadino aversano, il quale ha anche sottolineato come “l’amministrazione comunale e il coordinamento concordano di non avere interessi e intenti di vendere o privatizzare il plesso di proprietà del Comune di Aversa, denominato ‘Leonardo Bianchi’ che la stessa amministrazione si impegna a recuperare e a destinare a bene collettivo”.
Un complesso, quello della Maddalena, che ha ospitato, sino all’attuazione della legge Basaglia che ha portato alla chiusura dei manicomi, il più antico ospedale psichiatrico d’Italia e uno dei primi del mondo, voluto da Gioacchino Murat, nato da un precedente lazzaretto che sorgeva in zona, denominato Reale Casadei Matti del Regno di Napoli.
Negli anni, nel complesso fatto di edifici e di ampi spazi verdi, si è ipotizzato di far nascere il policlinico della Seconda Università di Napoli, oggi ‘Vanvitelli’ (poi fu scelta Caserta che ancora ne attende la realizzazione), un campus universitario, il polo scolastico cittadino.
Intanto, il tempo trascorreva invano ed alcune strutture sono oggi diroccate, per non parlare di quello scrigno d’arte che è la chiesa della Maddalena con il suo convento oramai ridotto ai minimi termini, oggetto di visita in occasione della giornata Fai di autunno dello scorso ottobre.
L’amministrazione comunale ed il coordinamento “La Maddalena che vorrei” si incontreranno nuovamente la prossima settimana per continuare a discutere dell’iter da intraprendere per la valorizzazione dell’area.