«Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e convocheremo assemblee del personale del presidio ospedaliero ‘San Giuseppe Moscati’ perché i colleghi vogliono capire cosa sta avvenendo in questo momento nel nosocomio aversano». Ad annunziarlo il responsabile per il Moscati e dirigente provinciale della Fials Giuseppe Nacchia all’indomani dell’incontro che le organizzazioni sindacali hanno avuto con la direttrice sanitaria dell’ospedale di Aversa Angela Maffeo.
Incontro che ha visto la presenza per la Fials anche di Amedeo Cecere, per la Cgil Ciro Vettone, per la Cisl Orazio del Prete, per la Uil Arturo Spina e Vincenzo della Magna, per l’Ugl Biagio Pezzella.
Una riunione con toni accesi nel corso della quale i rappresentanti sindacali hanno evidenziato di non essere contrari all’appertura del nuovo pronto soccorso del Moscati con tanto di partecipazione del governatore della Campania Vincenzo De Luca, «ma non è possibile aprirlo senza tener conto della situazione del personale, mancando oltre la metà del personale necessario».
«Si è trattato – ha dichiarato Nacchia – di un vero e proprio azzardo. Eppure nel corso di un incontro con la direzione strategica dell’Asl Caserta, appena il 17 novembre scorso, avevamo evidenziato la situazione. Lo avevamo fatto anche in precedenza, ma non è servito». In particolare, le organizzazioni sindacali hanno evidenziato quella che definiscono «la decisione assurda di emanare quattro, cinque ordini di servizio che hanno creato non pochi problemi agli altri reparti».
I sindacalisti evidenziano come, una sera, alle 20,30, nonostante nel reparto di medicina generale vi fosse un solo dirigente medico con tanti malati allettati e bisognosi di assistenza, il sanitario sia stato mandato al pronto soccorso, mandando in tilt il reparto. «Insomma, – commentano i sindacalisti – la coperta è corta e nessuno sembra accorgersene. Tanto per fare un esempio, servono al nostro ospedale dai 70 ai 100 infermieri, per non parlare dei medici». «A fronte di questa situazione non si è trovato meglio che effettuare distacchi e tentare la strada dello straordinario. Ma lo straordinario, il carico di lavoro porta stress e nel nostro caso le conseguenze sulle attività dei medici possono arrecare danni ai pazienti. Un lusso che medici e infermieri non possono permettersi. Si tratta di decisioni che ci fanno sentire come se fossimo in mano ad un timoniere che ci spinge contro gli scogli, contro un iceberg. Non è certamente questa la situazione sperata con l’apertura del nuovo pronto soccorso che rende anche noi orgogliosi».
I rappresentanti sindacali, infine, evidenziano come, nell’immediato, l’unica strada percorribile sia quella di fare ricorso alle agenzie interinali, al di là di quanto dichiarato nei giorni scorsi dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. «Gli interinali – concludono – sono la scelta concreta ed efficace in quanto possono essere anche testati sul campo e verificare il loro apporto».