Federico Cafiero de Raho è il nuovo procuratore nazionale antimafia. Attualmente a capo della procura di Reggio Calabria, de Raho è stato nominato all’unanimità dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, dopo che ieri il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato aveva ritirato la propria candidatura.
Napoletano, 65 anni, de Raho è stato a lungo pm a Napoli e ha legato il suo nome al processo ‘Spartacus’ che, scaturito dalle dichiarazioni del primo pentito dei casalesi Carmine Schiavone, portò all’azzeramento della cupola del clan. Succede a Franco Roberti che va in congedo.
Passato nel 2013 al vertice della procura di Reggio Calabria, ha dato impulso alla cattura di latitanti di ‘ndrangheta, alcuni dei quali erano ricercati da circa 20 anni, e all’aggressione al patrimonio delle ‘ndrine. Sotto la sua gestione, nel 2015 sono stati acquisiti 13 collaboratori di giustizia e 2 testimoni, un dato significativo in un territorio governato dall’omertà.
Un passo indietro, quello di Scarpinato, che lo stesso pm di tanti storici processi di mafia ha spiegato, con una breve comunicazione inviata al Csm, con l’intento di “agevolare l’unanimità” sul nuovo procuratore. Il tutto nell’ottica di dare piena legittimazione a chi è chiamato a svolgere “un incarico così importante” e delicatissimo nella lotta alla criminalità organizzata. I numeri non erano comunque dalla parte di Scarpinato, che è stato tra l’altro pm del processo a Giulio Andreotti.
In Commissione Scarpinato aveva ottenuto solo un voto, quello dell’ex gip di Palermo Piergiorgio Morosini, e sembra che nemmeno tutto il gruppo di Area, a cui appartiene il consigliere, fosse pronto ad appoggiarlo in plenum. De Raho in Commissione aveva invece ottenuto cinque voti: dai togati di Unicost e Magistratura Indipendente e dai laici degli opposti schieramenti. Un sostegno ampio che fin da allora lo ha mostrato come il candidato favorito.