‘Niente che possa impedire a questo giorno di essere il migliore di sempre’. Apre con una precisa dichiarazione di intenti, un ottimismo e un’intenzione nell’affermare un punto fermo che va in controtendenza all’indecisione del momento storico, il quattordicesimo album in studio degli U2, in uscita venerdì 1 dicembre con il titolo di ‘Songs of experience’. Si passa dall’innocenza di ‘Songs of innocence’, di cui il nuovo arrivato è il diretto successore anche per tematiche trattate, all’esperienza delle tredici nuove canzoni che Bono, The Edge, Larry Mullen Jr. e Adam Clayton hanno infilato nell’album che è l’atto secondo di un lavoro di scrittura e registrazione ispirato a quel ‘Songs of innocence and experience’ di William Blake.
Dalla poesia alla musica degli U2, l’album che è stato anticipato già da diversi singoli, apre all’insegna di ‘Love is all we have left’, rarefatta introduzione a tutto il capitolo discografico e che riafferma il tema portante del Bono pensiero sull’attualità: l’amore come unica fonte di speranza in un mondo che, in sostanza, pare andare in frantumi. La scaletta del lavoro registrato tra Dublino, New York e Los Angeles, lascia poi spazio a ‘Lights of home’, sulla quale, a mettere il marchio di fabbrica ci pensa la chitarra di The Edge. Il pop di ‘You are the best thing about me’, terzo titolo in scaletta, è invece il brano che ha già messo d’accordo tutto il mondo delle radio italiane, attestandosi per sei settimane consecutive il brano più programmato. Discorso simile anche per il successivo ‘Get out of your own way’, già anticipato dalla band nelle scorse settimane, mentre ‘American Soul’ è la versione alternativa di ‘XXX’ di Kendrick Lamar, che per la band irlandese ha anche prestato la voce per un cameo in forma di breve monologo, nel brano dal testo più ‘politico’ dell’intero album e in occasione del quale la penna di Bono ha coniato il termine ‘refu-Jesus’, gioco di parole tra ‘Gesù’ e ‘rifiugiato’.
Completamente differente è l’atmosfera che si respira in ‘Summer of love’, nota di colore e leggerezza nel contesto dell’album, seguita da quella ‘Red flag day’ che rimanda, perlomeno negli intenti percepiti, agli U2 che furono, quelli di ‘Sunday bloody sunday’ e delle bandiere sventolate (anche se quella impugnata a suo tempo da Bono sul palco era di colore bianco). Dopo l’altra concessione alla leggerezza dei suoni, e anche degli intenti, di ‘The Showman’ che qualche tempo fa Bono aveva definito come “lettera indirizzata al nostro pubblico, divertente e che mette in guardia dal fidarsi totalmente del performer in scena”, la carrellata di brani continua con quello che forse è il più riconoscibile nello stile U2 degli ultimi tempi e che porta il titolo di ‘The little things that give you away’, altro brano da record radiofonico, vista la certificazione di brano più suonato per cinque settimane, così come quello dove l’innocenza incontra l’esperienza (tra una tempesta, un uragano annunciato dalla voce di Bono e il cui prezzo da pagare sarà la libertà).
Un ritratto tutto al femminile è quello disegnato sulle note di ‘Landlady’, mentre ‘The blackout’ è stato il brano dell’album ad essere svelato per primo dagli U2, premiati qualche settimana fa da MTV anche come ‘Global icon’. ‘Songs of experience’ chiude poi con una doppietta di inni all’amore, quello incondizionato ed intaccabile di ‘Love is bigger than anything in it’s way’, fino a quello salvifico di ’13 (There is a light)’. L’album, in uscita il primo dicembre, avrà in copertina uno scatto di Anton Corbijn che ha ritratto i figli adolescenti di Bono e The Edge, rispettivamente Eli Hewson e Sian Evans. Disponibile anche una versione deluxe con quattro altre tracce in aggiunta, oltre ad una doppio vinile con ulteriori tre titoli.