Torino – Sono cinque i tunisini arrestati per accusa di terrorismo internazionale ma la cui custodia cautelare in carcere non può essere eseguita per questioni di procedura.
È lo strano caso che veda coinvolta la Procura di Torino dallo scorso maggio, quando il gip aveva infatti respinto la richiesta del magistrato Andrea Padalino. Ora, però, il Tribunale del Riesame ha dato ragione alla Procura, potendo dare il via agli arresti, ma che restano improcedibili perché la legge consente agli indagati di presentare ricorso in Cassazione entro dieci giorni dalla deposizione dell’ordinanza di arresto. Lo spiacevole risultato è che ancora oggi, da maggio, nessuno dei cinque tunisini accusati di terrorismo si trova in carcere.
Nel frattempo, il Tribunale del Riesame ha potuto accertare che mentre due nordafricani, monitorati da tempo sarebbero deceduti in campo di guerra mentre erano in Siria, uno di loro era finanche pronto a compiere un attentato terroristico su suolo italiano.
I tunisini coinvolti erano tutti giunti in Piemonte nel 2014 ed erano riusciti ad ottenere anche il permesso di soggiorno per motivi di studio. Motivazione poi accertata come falsa, avendo falsamente dichiarato di essere iscritti all’università dove avrebbero affermato anche di aver superato alcuni esami.
Con le indagini condotte dal Ros dei Carabinieri, il Riesame ha evidenziato la loro “manifesta ed espressa adesione” alla jihad armata e la loro diretta partecipazione a comizi di indottrinamento assieme ad altri combattenti islamici. Elementi che indicano chiaramente non solo un’adesione psicologica all’ideologia della jihad ma anche che via siano tutti i presupposti per la creazione di una cellula terroristica islamica pronta a colpire.