Casapesenna – Raid intimidatorio nei confronti di Luigi De Rosa, 47 anni, fratello del sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa (nella foto), compiuto stamani in una località campestre della cittadina dell’agro aversano. Secondo una prima ricostruzione, tre uomini, col volto travisato da passamontagna, hanno aggredito De Rosa, bloccandolo e sbattendogli la testa contro la sua autovettura, una Fiat Panda bianca. Poi, dopo avergli riferito un messaggio per il fratello sindaco (avrebbero detto “Se ne deve andare dal Comune”), hanno esploso un colpo di fucile contro il finestrino posteriore destro dell’auto, mandando il vetro in frantumi. A quel punto si sono allontanati senza lasciare traccia.
Il sindaco Marcello De Rosa si trova già sotto scorta per una rapina subita nella sua abitazione il 26 novembre del 2014 (leggi qui). Anche in quella occasione agirono tre uomini, armati e a volto coperto, prima sequestrando la moglie e le due figlie del primo cittadino e la baby sitter delle piccole, poi scappando con una Land Rover di proprietà dei De Rosa. Durante la fuga i malviventi incrociarono il sindaco, che stava rientrando a casa ignaro di quanto fosse accaduto, minacciandolo, pistola in pugno, di lasciargli via libera. L’auto fu successivamente ritrovata abbandonata a Succivo.
Ora l’aggressione al fratello che arriva a pochi giorni dalla deposizione del collaboratore di giustizia Michele Barone, ex fedelissimo di Michele Zagaria, il superlatitante di camorra catturato a Casapesenna nel 2011. Durante l’udienza per il processo che vede imputato l’ex sindaco Fortunato Zagaria, accusato di collusioni col clan, Barone ha rivelato che Zagaria ordinò nel 2009 l’omicidio del sindaco Giovanni Zara, successore di Fortunato Zagaria. Un “sindaco scomodo” Zara poiché “si era messo contro il clan” e che poteva, era il timore del boss, denunciare i legami di alcuni consiglieri comunali con l’organizzazione camorristica (leggi qui). In quel periodo il vice di Zara era proprio l’ex sindaco Fortunato Zagaria, che, secondo la procura antimafia di Napoli, pensava di poter controllare Zara e piegarlo ai voleri della cosca.
Un’udienza che ha visto anche l’ex boss Zagaria dichiarare: “A Casapesenna sono io l’unica vittima di tutto il sistema” (leggi qui). Dichiarazione resa pochi giorni dopo una sua protesta contro la serie tv “Sotto copertura – La cattura di Zagaria”, ispirata alla sua cattura, in cui a suo dire erano state narrate cose non vere. L’ex superlatitante prendeva il filo del telefono e tentava di strangolarsi, ma fu fermato dagli agenti della penitenziaria presenti (leggi qui).