Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso misura cautelare a carico di Tatiana Zmeeva, Mario Micera e Vincenzo Giuliano. Nei confronti dei tre era stato emesso decreto di fermo, eseguito a Castel Volturno, in località Pinetamare, il 18 dicembre scorso, ad opera dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Mondragone.
L’ordinanza cautelare è stata emessa a seguito della richiesta di convalida del fermo d’indiziato di delitto. Gli indagati, per i quali è stata disposta una misura di tipo custodiale, sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata stabilmente a consumare una serie di delitti in materia di prostituzione, estorsione e violenza sessuale, all’interno di due case di appuntamento, ubicate nel complesso “Fontana blu”, in via del Mare e in viale Delle Acacie, quest’ultima sottoposta a sequestro preventivo nel corso dell’operazione.
Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di un’indagine iniziata dal mese di aprile scorso, a seguito dell’istanza punitiva presentata a Roma il precedente febbraio da una donna dell’est Europa, la quale, sfuggita al controllo degli indagati, denunciava di essere stata costretta da questi ultimi, contro la sua volontà e senza alcuna precauzione, a svolgere l’attività di meretricio. Le successive investigazioni, operate con l’ausilio di intercettazioni telefoniche nonché attraverso servizi di osservazioni, controllo e pedinamento ed escussioni a sommarie informazione dei clienti, hanno consentito di rafforzare l’impianto indiziario e di acquisire gravi elementi di colpevolezza a carico degli indagati in relazione ai delitti contestati dal gennaio al dicembre 2017.
Promotori ed organizzatori della consorteria criminale erano Tatiana Zmeeva e Mario Micera. La prima, incensurata, svolgeva il ruolo di “centralinista”, concordava appuntamenti telefonici con i clienti – rendendoli edotti dell’indirizzo degli immobili ove sarebbe stata consumata la prestazione sessuale, del relativo importo (oscillante tra i 40 e i 50 euro) nonché delle caratteristiche fisiche delle prostitute, prevalentemente dell’est Europa, presenti all’interno delle case di appuntamento, informandoli, altresì, dell’arrivo di nuove meretrici attraverso squilli sulle loro utenze telefoniche -, pubblicava annunci su un sito internet, al fine di procurare appuntamenti per le prostitute, indicando l’utenza telefonica per le relative negoziazioni, e riscuoteva somme di denaro pari fino al 50% di ogni remunerazione delle prestazioni sessuali offerte dalla meretrici.
Il secondo, incensurato, dipendente di una società di distribuzione gas, compagno della Zmeeva, oltre a svolgere la funzione di autista/accompagnatore delle prostitute, provvedeva alla gestione di fatto delle due case di appuntamento, garantendone il buon andamento. All’interno di tale contesto associativo, veniva accertata anche la partecipazione di Vincenzo Giuliano, pensionato, deputato ad effettuare i prelevamenti delle ragazze arrivate all’aeroporto Napoli-Capodichino ed a riaccompagnarle per la partenza verso il proprio paese di origine, una volta terminato il loro periodo di lavoro.
Durante la perquisizione domiciliare eseguita nei confronti di Zmeeva e Micera, all’interno della camera da letto, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro oltre 40mila euro, considerati profitto dell’attività illecita, oltre che due biglietti aerei per il 22 dicembre con destinazione Tenerife rilevativi dell’intenzione degli indagati di allontanarsi dal territorio italiano.