Igor, la sua cattura è costata altre tre vite. Scontro sull’estradizione

di Redazione

Spagna, Austria, Francia, Ungheria: è in mezza Europa che, secondo gli investigatori italiani, si annidano i complici che hanno coperto per 8 mesi la fuga del serbo Norbert Feher, alias Igor il Russo. A fornire informazioni durante la caccia al killer di Budrio, come riporta Il Corriere della Sera, erano soprattutto suoi ex compagni di cella. Mentre 500-600 persone in diversi Paesi venivano monitorate nella speranza di arrivare al più presto a lui. E, da come è stato ricostruito, alla famiglia in Serbia il fuggitivo ha sempre avuto modo di far arrivare notizie di sé, mentre da super ricercato si spostava per il Vecchio continente senza incontrare ostacoli. Fine della corsa proprio in Spagna, il Paese che – come aveva raccontato agli inquirenti chi lo aveva conosciuto bene in prigione – aveva sempre detto di voler vivere.

Noto anche come il “killer di Budrio”, il serbo era ricercato per gli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri e sospettato anche dell’uccisione del metronotte Salvatore Chianese avvenuta nel 2015. E’ stato arrestato nei pressi di Saragozza, dove si era rifugiato durante la sua lunga fuga. Il fermo, riferiscono i carabinieri di Bologna, è avvenuto durante una sparatoria nella quale sono morti due militari e un civile. La località della cattura si trova nella zone di El Ventorrillo, tra le città di Terruel in Andorra ed Albalete del Arzobispo, a sud di Saragozza. Le vittime, riferisce il quotidiano spagnolo El Pais, sono i due agenti della guardia civil (Victor Romero Perez, 30 anni, e Victor Jeus Caballero Espinosa, 38 anni) che facevano parte di una squadra del distaccamento di Alcaniz dedicata ad indagini sui furti nell’ambiente rurale, come fattorie o allevamenti di bestiame. Entrambi erano senza uniforme. La terza vittima è José Luis Iranzo, un proprietario di ranch che stava accompagnando i due agenti alla ricerca di un uomo che il 5 dicembre aveva assaltato una fattoria ad Albalate del Arzobispo e che aveva ferito due persone. Quel giorno un uomo di 72 anni aveva tentato di entrare nella sua casa di campagna, accompagnato da un fabbro, per cambiare la serratura che da alcuni giorni risultava bloccata. I due erano quindi stati sorpresi da un uomo, probabilmente Igor, che gli ha sparato a bruciapelo, ferendo il fabbro a un braccio e il proprietario della casa nel fianco.

Al momento della cattura, “Igor il russo” era “vestito in uniforme e pesantemente armato” con le armi rubate agli agenti della Guardia Civil uccisi ieri sera in una sparatoria. Lo riferiscono fonti dell’inchiesta citate da El Mundo online. Le stesse fonti sostengono che l’uomo “sapeva dove sparare perché ha ferito mortalmente le due guardie nonostante indossassero giubbotti antiproiettile. Gli agenti non hanno avuto il tempo di sparare”

In Spagna, tra Valencia e Madrid, Igor aveva vissuto. “Cercatelo lì”, era l’invito di chi sapeva. E da mesi i carabinieri erano nella penisola iberica. Come riferisce Il Corriere della Sera, erano di Valencia le due ragazze alle quali il killer scriveva dal carcere nei suoi otto anni di detenzione per rapina. Nel 2016 Igor stesso postava su uno dei suoi profili Facebook foto a Valencia con la didascalia “Casa dolce casa”. Viveva in Spagna una cubana, suo punto di riferimento. Da ultimo all’aeroporto di Madrid, un mese fa, un testimone segnalò la sua presenza ai familiari di una delle vittime del Ferrarese, Infine, Igor si era procurato un nuovo importante contatto: un grosso trafficante di droga che vive a Malaga, fa la spola fra l’Italia e la Spagna e ha come guardaspalle alcuni serbi.

A Vienna vivrebbero amici serbi d’infanzia. Uno, in particolare, in questo periodo avrebbe fatto il “postino”, consegnando i messaggi che riceveva su Whataspp alla famiglia di Igor in Serbia. Una pista sulle tracce dei fiancheggiatori di Igor porta in Francia. Qui il killer sarebbe stato molto vicino a un gruppo di falsificatori di documenti, finito anche in carcere più volte con pesanti condanne. Anche in Ungheria è stata ipotizzata una rete di contatti riconducibili a Igor e ai suoi parenti in Serbia, ma non è stata avviata la rogatoria internazionale per portare avanti, come invece accade in Spagna, Serbia, Austria e Francia, attività di indagine.

La consegna di Igor ‘il russo’ all’Italia, che aveva spiccato un mandato di cattura europeo nei suoi confronti, sarà molto probabilmente sospesa dall’Audiencia Nacional spagnola “fino al processo o fino all’esecuzione della pena” per gli omicidi commessi in Spagna. Lo scrive l’agenzia Efe – secondo quanto riporta El Pais – che cita fonti del tribunale aggiungendo che già domenica il serbo comparirà in videoconferenza davanti alla giudice Carmen Lamela che gli notificherà i crimini per i quali è ricercato in Italia.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico