Torna l’incubo terrorismo a New York. Lunedì mattina, intorno alle 7.45 ora locale (le 13.45 italiane) si è verificata un’esplosione in un tunnel a Port Authority, la stazione centrale dei bus del quartiere Manhattan,tra la 42esima e l’ottava strada, nei pressi di Times Square.
La polizia ha ritrovato una “pipe bomb”, una bomba artigianale, composta da un tubo lungo circa 15 centimetri collegato con dei fili a una piccola batteria. Stando a quanto riferiscono dei media locali, l’ordigno artigianale sarebbe esploso in maniera accidentale ferendo in maniera grave la persona che lo trasportava addosso, sotto un giubbotto. Si tratta di un 27enne originario del Bangladesh e residente a Brooklyn: Akayed Ullah, ex tassista, da sette anni negli Usa, sembra simpatizzante dell’Isis. “Ho agito per vendetta. Hanno bombardato il mio Paese e volevo fare del male qui”: questo avrebbe detto agli investigatori il 27enne bengalese, il quale avrebbe costruito l’ordigno artigianale mentre era sul posto di lavoro.
Altre tre persone sono rimaste ferite, ma non in maniera grave. “Questa è New York, la nostra realtà, quella con cui dobbiamo fare i conti. Siamo un obiettivo internazionale”, ha detto il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, commentando l’accaduto. “E’ stato un tentato attacco terroristico”, ha commentato il sindaco Bill de Blasio.
L’ultimo attentato nella Grande Mela era avvenuto il 31 ottobre scorso quando un uomo travolse con un camion dei passanti su una pista ciclabile, provocando otto vittime. L’attacco fu rivendicato dall’Isis.