Michela Deriu, la barista di 22 anni di Porto Torres, in provincia di Sassari, che si è tolta la vita, aveva un debito con qualcuno. E’ l’ipotesi che si rafforza tra gli inquirenti alle prese con il suicidio della donna, ricattata forse per via di quel video hard che non voleva che venisse diffuso. Si ipotizza l’istigazione al suicidio, diffamazione aggravata e tentata estorsione. Per il momento sono indagati due ragazzi di Porto Torres e una loro coetanea.
Gli autori del ricatto non sarebbero i tre indagati, ma qualcuno che aveva acquisito da loro, come e a quale prezzo ma è tutto da verificare, quel video diventata un’arma potentissima contro la giovane per minacciarla e pretendere che saldasse i suoi debiti.
La 22enne si è tolta la vita a La Maddalena, dove si era rifugiata a casa di un’amica. Ufficialmente per via di una rapina subita qualche sera prima nella sua città mentre rientrava a casa dal lavoro. Le persone indagate erano amici della donna. Quando è stato girato il video a luci rosse di cui si vergognava, pare che fosse in loro compagnia.
Nei giorni scorsi l’avvocata Arianna Denule, legale della famiglia Deriu, aveva dichiarato di aspettarsi nuovi sviluppi, sostenendo che a breve il cerchio si potrebbe allargare e che si potrebbe individuare presto il reale responsabile di una morte che ha colpito nel profondo l’intera comunità di Porto Torres.