Su delega della Procura, i finanzieri del comando provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto persone, per associazione di stampo mafioso finalizzata all’acquisizione di posizioni dominanti nel settore economico della realizzazione di imballaggi destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria (Ragusa), nonché per intestazione fittizia di imprese e per traffico illecito di rifiuti. Con il provvedimento, il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo di sei compendi aziendali, risultati oggetto di fittizie intestazioni a prestanome al fine di eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali. Il complessivo valore stimato delle imprese sequestrate è pari a 15 milioni di euro.
Alcuni degli indagati destinatari della misura della custodia in carcere sono stati riconosciuti dal gip quali appartenenti all’associazione mafiosa denominata “Stidda”, storicamente riferibile al clan Dominante Carbonaro. Trattasi di: Giombattista Puccio (57 anni, detto “Titta ‘u Ballerinu”, per via dell’accertata appartenenza sia alla “Stidda” che al clan di “Cosa Nostra”), responsabile di aver creato con Emanuele Greco un vero e proprio “cartello mafioso di imprese” che ha assunto il dominio del settore degli imballaggi nel territorio di Vittoria; in tale contesto è risultato inserito anche Francesco Giliberto, già colpito, nel settembre di quest’anno, da ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere per il reato di cui all’articolo 416 bis del codice penale in quanto appartenente alla stessa consorteria mafiosa, capeggiata dai fratelli Filippo e G. Battista Ventura; Emanuele Greco (57 anni, detto “Elio”), mai condannato per il reato di associazione mafiosa ma ritenuto già in passato vicino al clan Dominante Carbonaro; è risultato controllare e gestire il mercato degli imballaggi unitamente al Puccio, mettendogli tra l’altro a disposizione alcuni immobili destinati allo svolgimento delle attività commerciali di questi e inviandogli, dalla propria azienda di imballaggi, rifiuti plastici da smaltire; Giacomo Consalvo, 62 anni, e il figlio di questi Michael Consalvo, di 28; i due hanno gestito aziende produttrici di imballaggi perfettamente integrate nell’oligopolio mafioso, del quale condividevano prezzi e strategie commerciali.
Le indagini, svolte dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania, coordinate e dirette dalla Direzione distrettuale antimafia etnea, hanno preso spunto da una segnalazione proveniente dalla Direzione nazionale antimafia, relativa ad un esposto presentato dal direttore del Polieco, il Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti e dei beni a base di polietilene, nel quale veniva denunciata un’illegale raccolta e lavorazione di rifiuti plastici. Oltre ad accertare il coinvolgimento di alcune aziende riferibili a Giombattista Puccio in un articolato sistema di stoccaggio illecito di rifiuti, le investigazioni hanno delineato e palesato il nuovo modus operandi dei consessi mafiosi che, soprattutto in territori, quale quello di Vittoria, interessati da importanti realtà produttive, si impongono attraverso l’acquisizione del controllo esclusivo di settori economici di rilievo come, nel caso specifico, quello della produzione degli imballaggi.
Il controllo viene acquisito con il ricorso alle tipiche modalità dell’agire mafioso, caratterizzate dal sopruso e dall‘intimidazione: le aziende di Puccio e Greco, divenute leader nel settore della produzione degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli grazie alla riconosciuta appartenenza dei loro titolari all’organizzazione mafiosa, hanno estromesso le aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte, assumendo in tal modo il controllo dell’intera filiera commerciale. Tale modo di agire è stato messo in luce anche da diversi collaboratori della giustizia: da decenni il mercato degli imballaggi di Vittoria è in mano a imprese mafiose che, attraverso l’opera diretta degli affiliati al clan Dominante-Carbonaro, impongono agli operatori del settore, con l’intimidazione e senza quasi mai dover più ricorrere all’uso della violenza, l’acquisto delle cassette di plastica per l’ortofrutta dalle aziende a loro riconducibili. Le aziende che non accettano tali condizioni vengono tagliate fuori dal mercato.
In questo sistema affaristico che ha asfissiato ogni libera iniziativa economica, Puccio e Greco stabilivano i prezzi di vendita e si ripartivano “equamente” gli utili, mentre i Consalvo, una volta entrati a far parte del sistema, producevano la stessa tipologia di imballaggi in quanto espressamente autorizzati da Puccio e Greco. L’investigazione, sviluppatasi su intercettazioni, servizi di osservazione e di pedinamento, ha dimostrato che l’economia del Vittoriese risulta inquinata dalla presenza di imprese mafiose che hanno acquisito il controllo assoluto di settori produttivi di vitale importanza, escludendo le aziende che non si conformavano a tale sistema. Emblematico quanto emerso da una conversazione telefonica, nel corso della quale un operatore commerciale rassicurava “Titta” Puccio che una vendita di cassette di plastica, avvenuta a sua insaputa, era stata destinata fuori dal circuito vittoriese e che, dunque, ciò non avrebbe intaccato il predominio del “cartello” creato dal Puccio e dagli altri indagati.
L’operazione ha portato anche alla luce l’operatività di imprese di raccolta e stoccaggio di rifiuti riconducibili a “Titta” Puccio, imprese che hanno operato un sistematico traffico illecito di rifiuti plastici provenienti prevalentemente dalle serre per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli, traffico realizzato con la creazione di abusivi siti di stoccaggio. I consistenti quantitativi di materiali plastici monitorati con servizi di osservazione, pedinamento e videoriprese di oltre 20 viaggi di automezzi (per circa 100 tonnellate) non hanno trovato alcun riscontro nei documenti di trasporto esaminati dagli specialisti del Gico, a testimonianza dell’illiceità di tali movimentazioni. Si è anche accertato che i rifiuti erano convogliati presso un fabbricato dove venivano triturati in maniera completamente illegale prima del successivo smaltimento. Le risultanze dell’attività investigativa hanno portato la Guardia di Finanza, nell’estate 2015, a sequestrare d’iniziativa terreni per 5.000 metri quadrati, unitamente a un fabbricato e ad individuare altresì quattro discariche abusive.
Nel corso delle intercettazioni telefoniche, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria hanno accertato anche l’intento di “Titta” Puccio di esportare nell’Europa dell’Est i rifiuti plastici illecitamente raccolti. In tale sistema illecito, “Titta” Puccio si avvaleva dell’opera del figlio Giovanni Puccio, 36 anni, e di Salvatore Asta, 39 anni, entrambi destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nonché dell’altro figlio, Luigi Puccio, 29 anni, e del genero Giuseppe Buscema, 39, quest’ultimi posti agli arresti domiciliari. Le imprese mafiose operanti da anni nella produzione di imballaggi per i prodotti ortofrutticoli e nella gestione dei rifiuti sono risultate formalmente amministrate da prestanome – soggetti tutti indagati nel presente procedimento – parenti, affini o persone di fiducia di Giombattista Puccio il quale, pur gestendo in prima persona i lucrosi affari, non appariva titolare di alcuna carica sociale. Infatti, Puccio, pur essendo il “dominus” indiscusso nei rapporti con clienti e fornitori, assegnava quote sociali e incarichi amministrativi a soggetti che rispondevano solo al suo volere e ciò al fine di eludere ogni misura di aggressione patrimoniale.
Per tali ragioni e risultando integrata l’ipotesi delittuosa di intestazione fittizia di beni il gip etneo, su richiesta della Procura, ha anche disposto il sequestro preventivo dei patrimoni aziendali delle seguenti imprese: M.P. Trade srl di Luigi Puccio, International Packing srl di Luigi Puccio, G.z.g. srl di Zaira Scribano, Gr Trade di Emanuele Melfi – tutte con sede a Vittoria – aventi quale oggetto sociale la “commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio di prodotti per l’agricoltura” nonché la “fabbricazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli”; Soc. Coop. Decaplast di Salvatore Asta ed Ecoline srl di Giuseppina Puccio, entrambe aventi sede a Vittoria e con prevalente attività di “raccolta di rifiuti non pericolosi in plastica e imballaggi usati”.