2018, da gennaio aumentano gas e luce. Rincari per Autostrade e “salasso” per le multe

di Redazione

Il 2018 porterà un aumento delle bollette. Lo fa sapere l’Autorità per l’Energia che, nell’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori, ha annunciato un incremento del +5,3% per le forniture elettriche e del +5% per quelle gas. L’aumento, spiega l’Authority, è legato per quanto riguarda l’energia “all’incremento dei prezzi all’ingrosso all’ingrosso e dei costi per adeguatezza e sicurezza”,  mentre per il gas è conseguenza del “previsto effetto invernale”. Nel dettaglio, spiega l’Autorità di settore, l’aumento per l’energia elettrica è dovuta principalmente (per circa il 3,8% della variazione complessiva) alla crescita dei costi di approvvigionamento. Aumento che è controbilanciato solo in parte dal calo delle tariffe di trasmissione, distribuzione e misura, che sommati arrivano a uno 0,5% in meno per il cliente.

La variazione del gas, invece, è legata sostanzialmente alla crescita della componente ‘materia prima’, cioè all’aumento delle quotazioni del gas attese nei mercati all’ingrosso nel prossimo trimestre. Una dinamica ‘normale’, legata alla maggiore domanda dei mesi invernali. Le tariffe, spiega l’Authority, sono state influenzate anche da un leggero incremento della componente relativa al trasporto. Per l’Unione Nazionale Consumatori, l’aumento delle bollette stabilito dall’Autorità per l’Energia equivale a una “stangata” di 79 euro a famiglia. Secondo Pieraldo Isolani, esperto del settore energia dell’associazione di categoria, si tratta di una “pessima notizia perché nonostante ci sia già stato nel precedente trimestre, alle soglie dell’inverno, un aumento del gas del 2,8%, prosegue il rialzo dei prezzi per chi deve riscaldare la propria abitazione, gravando ulteriormente e pesantemente sui bilanci delle famiglie”.

Rincari anche per pedaggi autostradali – Pedaggi più salati con l’arrivo del nuovo anno. L’aumento medio delle tariffe sulla rete autostradale italiana è del 2,74%, dal primo gennaio 2018. Balzo record per i 31 chilometri della concessionaria Rav, Aosta Ovest-Morgex, +52%: un aumento legato a pronunce giudiziarie, dopo ricorsi delle società, come anche nel caso di Strada dei Parchi (+12,89%) e Autostrade Meridionali (+5,98%). Tra gli aumenti più significativi anche il + 6% per il tratto Napoli-Salerno della A3, il +13,91% per Milano Serravalle-Milano Tangenziali ed il +8,34% della Milano-Torino, quest’ultimo segue gli investimenti fatti tra il 2013 ed il 2017 per migliorare la tratta. A comunicare le nuove tariffe è il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Per la principale rete autostradale italiana, Autostrade per l’Italia (gruppo Atlantia), l’aumento è dell’1,51%; per le controllate del gruppo Sias (Gavio) è in media del 3,02%. L’aggiornamento annuale delle tariffe deriva dall’applicazione di quanto contrattualmente previsto dalle Convenzioni Uniche stipulate dal 2007 in attuazione della legge di riforma del settore 2006 ed alle Delibere Cipe del 2007 e del 2013 che hanno stabilito le formule tariffarie e criteri di calcolo. Per l’Unione nazionale consumatori si tratta però di “aumenti inaccettabili”. Per l’associazione “rincari del 13,91%, come per la Milano Serravalle, vuol dire mandare in tilt i bilanci dei pendolari”.

“Salasso” in vista per le multe – Anche nel 2018, i Comuni si preparano a “fare cassa” con le contravvenzioni. La previsione è dell’agenzia Adnkronos, che ha preso in esame i bilanci comunali di previsione per il prossimo anno già approvati e resi disponibili ad oggi. Bilanci dai quali emerge appunto che le multe restano una voce indispensabile per far quadrare i conti. Da Roma a Firenze, passando per i centri più piccoli, il 2018 – scrive l’Adnkronos – “si prospetta un anno di buoni incassi” alla voce sanzioni previste dal Codice della strada. A cominciare da Firenze, dove il gettito previsto è di 66 milioni di euro: otto milioni in più (+14%) rispetto a quanto incassato quest’anno. Come tiene a precisare il sindaco Dario Nardella, però, “l’85% delle multe per violazioni di Ztl, autovelox e porte telematiche provengono da non residenti”. Sui fiorentini, quindi, graverebbe soltanto il 15% del totale delle sanzioni emesse. Quattro milioni in più di incassi dalle contravvenzioni anche a Ravenna, grazie ai quattro nuovi autovelox fissi che si affiancano alle postazioni mobili, per un totale di oltre nove milioni. Tra quelle prese in esame, però, la città romagnola resta una di quelle con la minore percentuale di incidenza delle multe sulle entrate extra tributarie. Anche a Imola aumenta lievemente la previsione d’incasso: dai 2 milioni e 755mila del 2017 ai 2 milioni e 856.500 del 2018.

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