Una tegola da un milione e trecentomila euro. A volte ritornano. Come un fiume carsico, ritorna in superficie periodicamente l’ingente debito che il comune di Aversa ha con Acqua Campania, quella che fu Eni Acque e che vide l’ente locale normanno sottoscrivere un accordo transattivo all’epoca della sindacatura di Mimmo Ciaramella.
Questa volta sulla casa comunale di Aversa l’ufficiale giudiziario ha notificato un decreto ingiuntivo emesso dal tribunale di Napoli a favore di Acqua Campania per poco meno di un milione e trecentomila euro, una cifra iperbolica per tutti, ma addirittura impossibile da onorare per il comune di Aversa in considerazioni delle pessime condizioni in cui versano le casse dell’ente.
Per questo la giunta guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro, in occasione dell’ultima seduta, ha deliberato, su proposta dell’assessore al contenzioso Alfonso Oliva, di proporre opposizione al decreto ingiuntivo in questione, avvalendosi per la difesa dell’ente del patrocinio dell’avvocato del comune Giuseppe Nerone.
«Si tratta – ha dichiarato l’assessore Oliva che, come avvocato, è anche addetto ai lavori – di un vecchio rateizzo. Abbiamo dato mandato al nostro legale interno, l’avvocato Nerone, di opporre il decreto ingiuntivo». «Nelle more della decisione della magistratura – ha concluso l’esponente dell’esecutivo guidato dal sindaco De Cristofaro – cercheremo, sottratti i pagamenti effettuati, una soluzione transattiva così come la società Acqua Campania sta facendo con tutti i comuni. Vanno, comunque, verificate le partite dare/avere per avere un quadro chiaro sia in sede giudiziaria che in sede transattiva».