Aversa, Pronto Soccorso nuovo ma con personale insufficiente: chi vuole affossare il “Moscati”?

di Antonio Arduino

Aversa – Chi vuole affossare il “Moscati”? Questa la domanda che si pongono sanitari ed utenti dell’ospedale cittadino che garantisce assistenza ad un potenziale bacino di circa 500mila utenti, con un numero di accessi pari a 95 mila all’anno, numeri che sono secondi soltanto all’ospedale “Cardarelli” di Napoli.

Dopo aver tagliato il nastro del nuovo Pronto soccorso costato fior di quattrini, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non ha provveduto ad attivare i meccanismi necessari a fornire il personale medico e paramedico necessari ad un maxi un pronto soccorso, dotato persino di tac autonoma e di un reparto di osservazione breve intensiva, che dovrebbe funzionare con i soli nove medici che hanno portato avanti, fino ad oggi, il vecchio Pronto soccorso. Obbligando la direzione sanitaria del “Moscati” a fare salti mortali per coprire i turni utilizzano, tramite appositi ordini di servizio, personale medico presente in altri reparti come, ad esempio, ortopedia ed ematologia. Personale che, pur validissimo nel proprio settore, non ha alcuna esperienza di medicina di pronto soccorso dove, statistiche alla mano, il 70 per cento delle prestazioni sono di carattere internistico. Per questa ragione la direzione sanitaria aveva distaccato al Pronto soccorso tre sanitari della medicina interna ma, a quanto sembra, nessuno dei tre avrebbe preso servizio con diverse motivazioni, con il risultato di depauperare la medicina interna e non migliorare l’organico del pronto soccorso.

Come se non bastasse, giustificata da motivi umanitari, come prevede il contratto di lavoro, è stata data un’aspettativa di sei mesi alla primaria del Pronto soccorso che affiancherà i “Medici senza frontiere” nell’assistenza delle popolazioni dell’Africa, sembra in Sudan. Una scelta altruistica che però in questo momento sembra essere inopportuna dal momento che il Pronto soccorso, già a corto di personale medico, perderà una specialista di grande valore per sei mesi senza che al suo posto sia stata prevista una sostituzione. A questo punto, sembra proprio che, dopo avere tagliato il nastro e aver pronunciato tante belle parole sulla nuova sutura che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello dell’ospedale, consentendogli un salto di qualità, si stia facendo di tutto per ridimensionarlo e declassarlo.

Tornando alla carenza di personale va ricordato che alla domanda sul tema posta al governatore De Luca nel giorno dell’inaugurazione il presidente ha risposto che il personale c’era già. Probabilmente il presidente della Regione si riferiva ai nove medici che già lavoravano al Pronto soccorso senza tener conto che la nuova struttura aveva esigenze diverse e doveva essere potenziata da subito perché tagliare il nastro senza disporre del personale non aveva senso. Ma per De Luca, forse, l’unico interesse in fase pre-elettorale era quella di “inaugurare” qualcosa.

Ora sarebbe opportuno far funzionate il Pronto soccorso senza creare danni al “Moscati”, il che richiederebbe tutti i politici presenti in quell’occasione si attivassero per far sì che la struttura non chiuda per carenza di personale a distanza di un solo mese dall’inaugurazione.

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Redazione
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