Michele Griffo, Nicola Pagano e Nicola Picone sono stati dichiarati “incandidabili” dal tribunale di Napoli Nord su richiesta del Ministero degli Interni. Incandidabilità limitata al primo turno elettorale successivo allo scioglimento del Comune di Trentola Ducenta. Respinta, invece, la richiesta relativamente a: Cassandra Luigi, Esposito Giuseppe, Pagano Domenico, Marino Raffaele, Misso Saverio, Sagliocco Andrea, Grassia Amedeo, Coppola Giuseppe, Eramo Alfonso, D’Alessio Arcangelo, Conte Michele, Pellegrino Giuliano e Perfetto Luigi. Per loro, infatti, i giudici del tribunale aversano hanno sottolineato come i legami con la criminalità organizzata non devono essere generici, ma supportati da fatti concreti.
In particolare, ad esempio, per quanto riguarda “il consigliere di maggioranza e presidente del Consiglio Comunale Eramo Alfonso è stato notato a dialogare, in data 13.4.2014, con Roma Elio (imprenditore operante nel campo dei rifiuti e pregiudicato legato al “clan dei Casalesi”) e con Fabozzi Nicola Annunzio (legato da vincoli di parentela ad esponenti del “clan dei Casalesi” – famiglia Brusciano). Orbene trattasi di elementi del tutto generici e privi dei requisiti di concretezza, univocità e rilevanza; per cui la domanda nei suoi confronti va disattesa”. Per la cronaca, Eramo era difeso dall’avvocato Carlo Maria Palmiero.
Ben diversa la situazione di Michele Griffo, che era stato sindaco sino all’arresto. Per lui i giudici normanni hanno scritto: “In sintesi, da quanto esposto si evince come il clan camorristico riconducibile a Michele Zagaria si fosse attivato per individuare e far eleggere Griffo Michele come propria persona di fiducia, al fine di ingerirsi nella gestione della cosa pubblica per suo tramite; la traduzione pratica dell’obiettivo raggiunto si palesa nell’impegno profuso dalla cosca per assicurarsi un numero di voti a favore del Griffo, per garantirgli l’elezione”.
“A fronte di tale sostegno elettorale, dalla relazione prefettizia emerge con evidenza che il Griffo, unitamente ad altri indagati, – continua l’ordinanza – abbia posto in essere tutta una serie di condotte finalizzate a favorire gli interessi del più volte citato gruppo criminale. In tale direzione, la vicenda più significativa in termini di condizionamento del “clan Zagaria” nei confronti dell’amministrazione del Comune di Trentola Ducenta, e dunque di asservimento della macchina comunale al potere camorristico, riguarda la realizzazione (e poi la successiva espansione) del centro commerciale “Jambo”, sito nel medesimo comune in questione. Ed invero risulta che il Griffo, unitamente agli altri indagati, più nello specifico: attraverso le società “C.I.S. Meridionale” e “Aurora Service”, entrambe riconducibili al clan dei Casalesi, gestiva il più rilevante investimento della famiglia Zagaria, vale a dire il centro commerciale “Jambo”; al fine di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale alla predetta “C.I.S. Meridionale”, rilasciava illegalmente, in contrasto con il P.I.P. vigente a Trentola Ducenta, diversi permessi a costruire per la realizzazione di importanti opere di espansione nell’area del predetto centro commerciale; favoriva l’aggiudicazione della gara di appalto per la realizzazione dei nuovi rami di svincolo di Trentola Ducenta e Lusciano sulla ex strada statale 265 “asse mediano” (creati appositamente per favorire l’accesso della clientela al centro commerciale) alla società cooperativa “La Varrecchia”, amministrata da Martino Francesco, imprenditore di fiducia di Michele Zagaria; abusando della relativa pubblica funzione, con artifici e raggiri, consistiti nel sottostimare i computi di spesa per la realizzazione di diverse opere del centro commerciale citato, determinava il pagamento dell’imposta denominata “contributo su costo di costruzione”, di cui era beneficiario il Comune di Trentola Ducenta, in misura nettamente inferiore all’importo dovuto ex lege. Da quanto sin qui esposto, emerge pertanto ictu oculi la sussistenza di condotte certamente propulsive e in ogni caso causalmente efficienti rispetto allo scioglimento del Comune”.
Per poi concludere drasticamente: “La pervasività della camorra nel tessuto comunale e l’adozione di scelte politiche e amministrative condizionate e ispirate dalla locale cosca, sono state infatti garantite dalle condotte poste in essere dal Griffo, concretizzandosi pertanto a suo carico elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso che hanno, di fatto, alterato il buon andamento e l’imparzialità della conduzione della res publica, provocandone un sostanziale sviamento”. Il Ministero dell’Interno aveva chiesto di dichiarare l’incandidabilità degli amministratori, come per legge, a seguito “del decreto del Presidente della Repubblica del 15.1.2016 con il quale è stato sciolto il Consiglio Comunale di Trentola Ducenta per la durata di diciotto mesi e la gestione dell’ente locale, con successivo provvedimento dell’11.5.2016, è stata affidata ad una commissione straordinaria, in ragione della sussistenza di forme di ingerenza della criminalità organizzata, tali da esporre l’amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, con compromissione del buon andamento e dell’imparzialità della stessa amministrazione”.
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