“Ho parlato di Banca Etruria con l’allora ministro Boschi, mi illustrò la situazione e io dissi che la Consob non era competente”. Lo ha detto in commissione banche il presidente di Consob Giuseppe Vegas, spiegando che gli “venne prospettato un quadro di preoccupazione perché Etruria poteva venire acquisita dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l’oro”.
Vegas, rispondendo a una successiva domanda, ha specificato poi che l’incontro era stato chiesto dal ministro Boschi. Da parte sua Vegas ha riferito di aver espresso a Maria Elena Boschi che “non potevo dire nulla in quanto non è competenza di Consob intervenire sulle aggregazioni bancarie”. Sempre Vegas ha riferito che la ministra Boschi in un successivo incontro lo informò che il padre sarebbe diventato vicepresidente di Banca Etruria. In tutto tra Vegas e il ministro Boschi ci sarebbero stati “due o tre incontri person to person”, ha spiegato il presidente Consob.
Le parole di Vegas in commissione non sono passate inosservate. “Ufficiale: Boschi si è occupata di Banca Etruria. Più di una volta. Contrariamente a quanto detto al Parlamento il 18 dicembre 2015. Maria Elena Boschi ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia”, si legge in un tweet di Carlo Sibilia, membro del M5S della commissione d’inchiesta sulle banche. “Il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Vegas non può essere ignorato. Quando un membro del governo mente al Parlamento – ha sottolineato Roberto Speranza – non c’è altra strada che le dimissioni”.
A difendere la Boschi gli esponenti renziani del Pd: “Sarei grato a Sibilla e Speranza se dicessero pubblicamente in quale punto dello stenografico del discorso della Boschi ha mentito al Parlamento”, dice il tesoriere del partito Francesco Bonifazi. Aggiunge il senatore Andrea Marcucci: “Mi sembra chiaro che da tempo sia in corso un tentativo di usare il sottosegretario, per coprire le gravissime responsabilità degli istituti di vigilanza, che stanno emergendo nitidamente nella commissione di inchiesta. Per il Pd la linea non cambia: chi ha sbagliato deve pagare, senza guardare in faccia nessuno”.