Sant’Arpino – “Le gravi condizioni strutturali in cui versa la Cappella del Purgatorio al Cimitero ed il pio sentimento di affetto verso i defunti impongono a tutta la cittadinanza, insieme con le istituzioni civili e religiose, una mobilitazione per salvarla da un degrado ancora maggiore”. Così il sindaco Giuseppe Dell’Aversana e il parroco don Umberto d’Alia, che lanciano un appello alla cittadinanza per salvare il luogo sacro, promuovendo una pubblica assemblea in programma giovedì 21 dicembre, alle ore 19, nella sala convegni del Palazzo Ducale.
“Al suo interno – spiega il sindaco e il parroco – sono conservate le spoglie mortali dei cari di moltissime famiglie santarpinesi e rappresenta un pezzo di storia nell’interno del sacro recinto. Poiché le sue condizioni statiche, in particolare quelle del tetto, sono molto preoccupanti, considerata la complessità dell’intervento, considerato il periodo invernale in cui siamo, dove si sa che pioverà anche in maniera abbondante, per evitare danni irreparabili, occorre uno sforzo collettivo per salvare la Cappella da un eventuale crollo dovuto alle infiltrazioni di acqua dal tetto. Pertanto, al fine di concordare le modalità ed i tempi per attuare una raccolta fondi finalizzata a consentire l’inizio dei lavori di consolidamento e ristrutturazione dell’edificio sacro, è stata convocata una pubblica assemblea per giovedì 21 dicembre”.
Dell’Aversana e don Umberto invitano “la cittadinanza tutta a partecipare, per suggerire e sviluppare idee propositive finalizzate a trovare una soluzione operativa condivisa per avviare la risoluzione del problema. La presenza dei rappresentanti delle istituzioni civili e religiose alla riunione assembleare ha la funzione di stimolo e di coordinamento per avviare un procedimento virtuoso che possa consentire la nascita di un comitato di cittadini, deputato a raggiungere questo nobile obiettivo. Confidiamo sulla presenza e sull’operatività di tante persone di buona volontà, che hanno a cuore la salvezza ed il recupero della Cappella del Purgatorio, che fin dalla sua costruzione ha rappresentato una forma di partecipazione popolare e di sforzo collettivo animato da buoni sentimenti e dal sacro rispetto dei resti mortali nostri cari Defunti”.