Aversa, Nacchia smentisce Borrelli su sospetti “familiarismi” all’ospedale Moscati

di Antonio Arduino

Aversa – “Attaccare la famiglia di un dipendente dell’ospedale ‘Moscati’ iscritto alla Fials, probabilmente, per denigrare il sindacato più autorevole dell’Asl, è una ‘tecnica’ che non meriterebbe risposta ma quando a farlo è un consigliere regionale che tocca la sfera personale-familiare è necessario fare chiarezza”. La pensa così Giuseppe Nacchia, segretario presidiale e componente della segreteria provinciale della Fials, che, pur senza voler fare polemica, tiene a precisare che le affermazioni del consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli non danno un’idea della realtà dei fatti ma sarebbero basate solo su dicerie malevoli.

In un’interrogazione presentata in Consiglio regionale sulla mancata assunzione dei vincitori della procedura di mobilità per infermieri da impiegare nel pronto soccorso dell’ospedale di Aversa, Borrelli aveva sottolineato che “in quell’ospedale lavora Giuseppe Nacchia, un tecnico di radiologia che è anche referente Fials” e che “anche il figlio, la figlia e il genero lavorano nello stesso ospedale o, comunque, nella stessa Asl” assunti tramite agenzie interinali, gettando ombre sull’avviso pubblico vinto dalla figlia di Nacchia poiché giudicata da una commissione di cui era segretario un rappresentante dello stesso sindacato del padre.

“Credo che se il consigliere regionale – replica Nacchia – si fosse informato sulla mia persona, se avesse esaminato il mio curriculum e, magari, si fosse preoccupato di conoscermi non avrebbe detto né scritto quanto dichiarato sulla stampa che punta quasi esclusivamente a fare scandalo”. “Per quanto riguarda la mia attività sindacale – continua Nacchia – invito il consigliere a mettere da parte le maldicenze e verificare direttamente. In questo modo si renderà conto che faccio parte di quei sindacalisti che per tutelare gli interessi dei lavoratori ci rimettono di tasca, prendono i permessi di legge solo in rarissime occasioni e mettono al primo posto l’interesse della collettività senza chiedere nulla per se”.

“Se così non fosse stato mi spieghi Borrelli perché ho dovuto prestare servizio per 13 anni al ‘San Carlo Borromeo’ di Milano prima di ottenere il trasferimento ad Aversa e perché mia figlia, dopo essersi laureata all’Università dell’Aquila e aver vinto un concorso, ha dovuto fare servizio in altri ospedali prima di arrivare al Moscati. Infine, Borrelli si informi su mio genero. Si renderà conto che prestava servizio all’ospedale di Aversa prima che arrivasse mia figlia e la conoscesse”.

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