Sos dal Pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa dove, dopo l’inaugurazione in pompa magna della nuova struttura con intervento dello stesso governatore della Campania Vincenzo De Luca, si è trasformato in una vera e propria catastrofe l’endemica carenza di personale, soprattutto medico. Insomma, un pronto soccorso che fa fronte a novantamila prestazioni l’anno, secondo in Campania, solo all’analoga struttura del Cardarelli di Napoli, negli ultimi giorni si è trovato per due volte senza un medico e quasi sempre con un solo medico, un internista o un chirurgo, con le conseguenze immaginabili. Dalla direzione sanitaria, la direttrice Angela Maffeo (che ha scelto di non commentare la situazione) cerca di porre un freno ordinando ai medici degli altri reparti di essere presenti in pronto soccorso. La sola cosa che si ottiene, alla fine, è che i sanitari si danno ammalati con la conseguente perdita di ulteriori unità e sguarnendo anche altri reparti.
“Oggi, – afferma un addetto al pronto soccorso – si lavora con un solo internista che si deve alternare tra codici rossi e gialli. Per questo i codici Verdi aspettano ore ed ore. La direzione continua a fare i turni con i medici che sono in malattia giusto per far vedere che sulla carta i medici ci sono”. “Chi sta al triage – continua l’addetta facendo trasparire anche lo stato d’animo di chi opera nella struttura – vive in agitazione perché è un continuo litigare con chi è in attesa, venendo insultati e minacciati. Il turno scorso era presente un solo medico internista senza il chirurgo. Ormai, per chi va a lavoro è diventata un angoscia. Si prega affinché vada tutto bene”. “Oltre alla carenza di personale, – conclude l’addetto – un grosso problema è rappresentato anche dalla pediatria. Non essendoci il pediatra nel nuovo pronto soccorso, si è creato un grosso disagio per i pazienti che devono raggiungere il reparto perché il percorso è abbastanza lungo e non sempre i pazienti vengono accompagnati al reparto proprio per la carenza di personale. Quindi, se durante il percorso succede qualcosa il responsabile è il triagista”.
“Il problema – dichiara da parte sua il dirigente della Fials, il sindacato maggiormente rappresentativo al Moscati Salvatore Stabile (nella foto) – non si risolve con ordini di servizio con cadenza quotidiana, ma con un minimo di programmazione. Si è ipotizzato con la direzione generale dell’Asl un progetto per codici bianchi e codici verdi con ore aggiuntive di medici di altri reparti, in modo da non innescare conseguenze negative anche nei reparti. Ad oggi, però, lettera morta. Chi doveva farlo non è il direttore generale dell’Asl, ma la direzione sanitaria del presidio ospedaliero normanno”. “Responsabilmente – continua Stabile – abbiamo sospeso lo stato di agitazione per non provocare l’irreparabile, ma non si può continuare con l’improvvisazione e sperando che tutto vada bene, confidando nella buona sorte”.
Come se non bastasse, giustificata da motivi umanitari, come prevede il contratto di lavoro, è stata concessa un’aspettativa di sei mesi alla primaria del pronto soccorso che ha scelto di prestare la propria opera affiancando in Africa, quasi certamente in Sudan, i sanitari di “Medici senza frontiere”. Quando si dice “piove sul bagnato”.