Aversa – Cinque contravvenzioni per aver violato l’orario dell’emissione di musica in altrettanti locali. I controlli amministrativi sulla movida operati dallo sparuto gruppo della polizia municipale, affannata in decine e decine di attività con solo 56 uomini divisi sui diversi turni e competenza, continuano con successo, ma rimane, intatta l’intera problematica che coinvolge centinaia di famiglie di residenti, che, sempre più si sentono letteralmente, prigioniere.
Esasperazione, impotenza e voglia di andar via da quella che una volta era il “salotto buono” della città e oggi è ridotto ad un vero e proprio carcere per i residenti che non sono padroni di entrare ed uscire liberamente dalle proprie abitazioni e, soprattutto, di poter riposare se non dà dopo le tre nelle notti dei fine settimana. Vittima di una movida fuorilegge e fuori controllo, illegale (con alcolici venduti anche a minorenni e spaccio a cielo aperto come dimostrano i continui arresti delle forze dell’ordine) e aggressiva, violenta (con i continui pestaggi che, oramai, non fanno nemmeno più notizia).
«La notte non si dorme – afferma un avvocato che ha la sventura di abitare in zona – e spesso la musica o il chiacchiericcio che si leva dalla massa presente in strada è talmente invadente che non si riesce neanche a parlare. E questo non a mezzanotte, ma anche alle due o alle tre di notte con tutte le conseguenze del caso. Siamo sfiniti anche perché questa situazione va avanti, oramai, da anni senza che nessuno riesca a porvi rimedio». «Abbiamo affisso – continua il professionista aversano – ai nostri garage i cartelli di passo carrabile, molti di noi pagano anche la relativa tassa al comune, ma entrare o uscire con la vettura è praticamente impossibile. Ci sono sempre auto o moto che ostacolano la nostra mobilità. Siamo di fronte ad un vero e proprio sequestro di persona. Si sono verificati diversi casi di persone residenti che avevano necessità di recarsi in ospedale per malori ed hanno dovuto attendere non poco prima di uscire».
Insomma, quella che dovrebbe essere una risorsa per la città, la movida aversana, alla quale tantissimi giovani non solo provenienti dai centri dell’Agro Aversano ma anche dai comuni dell’hinterland settentrionale partenopeo desiderano partecipare, rischia di trasformarsi, anzi si è già trasformata, in un boomerang. Senza parlare, poi, della circostanza che molti di quei locali, soprattutto in via Seggio, sono gestiti da imprenditori provenienti dal napoletano, per cui il tessuto sociale cittadino rimane fuori dal business movida, fa sì che al danno si aggiunga la beffa.