Aversa – Tornano a casa i fascicoli sequestrati ben 13 anni fa presso la cancelleria dell’ufficio del Giudice di pace di Aversa e scoppia l’ennesimo allarme per questo carico inaspettato che va ad aggiungersi al già pesante fardello che attualmente assilla quello che, nel frattempo, è diventato ufficio circondariale del giudice di pace di Napoli Nord. Si tratta di ben 70 faldoni che, a loro volta, contengono decine di singoli fascicoli processuali che furono sequestrati in occasione di una inchiesta che coinvolse alcuni giudici di pace. Inchiesta che, per competenza, fu portata avanti dalla procura della repubblica della Capitale.
A rendere pubblica la notizia l’avvocato Nicola di Foggia (nella foto), componente consiglio dell’ordine degli avvocati del foro di Aversa che afferma: «Finalmente dal 2003, quando furono sequestrati, faldoni e faldoni interi di fascicoli d’ufficio, contenenti quelli delle parti e, per molti, anche le sentenze rese dall’allora Giudici di Pace, sono stati restituiti dalla Procura di Roma. Giustizia è fatta, soprattutto per le parti, i cittadini, che attendevano da più di un decennio. Il problema è che le sentenze si uniranno all’arretrato già esistente, quindi, oggi più che mai, si impone una soluzione immediata alle problematiche dell’Ufficio del Giudice di Pace di Napoli Nord – Aversa. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati si sta adoperando e, in una recente riunione con la Presidente del tribunale Elisabetta Garzo, ha proposto delle soluzioni che saranno vagliate, apparendo praticabili».
«Si tratta – ha dichiarato il presidente dell’Ordine forense sammaritano Gianfranco Mallardo – di ben 70 faldoni, in pratica una stanza di carte che si aggiungono alla cronica situazione di arretrati già esistente presso il giudice di pace di Aversa. Insomma, una buona notizia per molte persone in attesa di avere giustizia da anni rischia di trasformarsi in cattiva notizia per tanti altri. La presidente del tribunale, con la quale vi sono stati incontri sull’argomento, comunque, ha assicurato il proprio interessamento per giungere ad una soluzione che soddisfi le diverse parti interessate».
La notizia dell’arrivo di questi faldoni ha fatto, ovviamente, il giro del web. In particolare sulle pagine social degli avvocati del foro di Aversa, oltre alle preoccupazione per la nuova ennesima patata bollente che cade su un ufficio già al collasso soprattutto per carenza di personale amministrativo, si sottolinea come molti degli interessati, sia parti costituite che avvocati, nell’attesa sono deceduti, per cui non sarà facile giungere ad una repentina definizione. Insomma, l’attesa di un atto di giustizia non è servito ad allungare la vita ai malcapitati.