In maggioranza non c’è collegialità. Consiglieri comunali, che danno vita alla coalizione che amministra Aversa da un anno e mezzo, sul piede di guerra a causa del presunto strapotere di alcuni esponenti che deciderebbero nomine e politica amministrativa senza curarsi di quello che pensano i componenti della maggioranza. Una situazione che ha portato anche a violenti litigi verbali, come quello verificatosi nelle stanze della casa comunale la scorsa settimana quando diversi consiglieri comunali hanno messo sul banco degli imputati l’assessore alla cultura e al contezioso Alfonso Oliva e i consiglieri comunali Francesco Di Virgilio e Rosario Capasso e, di fatto, lo stesso sindaco Enrico de Cristofaro. Secondo gli accusatori, infatti, il primo cittadino avrebbe lasciato troppo campo libero ai tre che, in pratica, gestirebbero le decisioni dell’ente (dalle nomine di professionisti agli eventi) dettando la linea politica della maggioranza senza che vi sia un minimo di condivisione.
Il diretto interessato smentisce, ma, da quanto è dato sapere, uno di quelli che si sarebbe lamentato di più di questa situazione sarebbe Michele Galluccio, attuale consigliere comunale con delega alla polizia municipale ed ex assessore nella giunta guidata da Mimmo Ciaramella. Galluccio avrebbe minacciato di fare mancare il proprio apporto alla maggioranza dopo che si è visto, in sequenza, bocciare un emendamento al bilancio per l’acquisto di bidoni, dirottare tutte le iniziative natalizie nel parco Pozzi lasciando sguarnite le strade dello shopping e, infine, essere messo davanti al fatto compiuto per quanto riguarda il nulla osta al trasferimento a Lusciano di un vigile urbano, nonostante abbia la delega alla polizia municipale. Come, lui anche altri, che, ad esempio, per stare solo all’ultimo caso, hanno contestato le nomine dei due componenti del nucleo di valutazione comunale.
In questo caso i mal di pancia di diversi consiglieri comunali sono stati causati anche dal fatto che tra i nominati c’è anche il fratello del poliziotto Oscar Vesevo, coinvolto nell’inchiesta Medea ed indagato per il furto della pen drive nel bunker del boss Michele Zagaria. I due, nominati con un decreto firmato dal sindaco De Cristofaro, sono, infatti, Antonio Vesevo, fratello di Oscar, e Giovanni Di Matteo. I nomi dei due professionisti sarebbero stati indicati, il primo dall’assessore Alfonso Oliva ed il secondo, Di Matteo, dal sindaco de Cristofaro, ma solo formalmente. Il nome di Di Matteo, cugino del sindaco Pd di Teverola, sarebbe stato fatto da Francesco di Virgilio, rappresentante (anomalo in una maggioranza che dovrebbe essere di centrodestra) dell’eurodeputato Pd Nicola Caputo che, guarda caso, ha sponsorizzato e sponsorizza la maggioranza che amministra a Teverola. Una circostanza che avrebbe fatto affermare a molti consiglieri: «La prossima volta andremo a candidarci a Teverola, così conteremo di più».
Il sindaco de Cristofaro, da parte sua, ieri ha avuto un incontro con la sua maggioranza proprio per raccogliere questi malumori. «Ai consiglieri comunali – ha dichiarato il primo cittadino al termine dell’incontro – ho detto che sarebbe opportuno che seguissero le attività amministrative intervenendo nelle sedi opportune, istituzionali. Per quanto riguarda i presunti mal di pancia, li escludo. Un paio di essi mi hanno posto delle perplessità su alcune decisioni. Ad essi ho spiegato il perché di certe decisioni e credo che tutto sia stato chiarito».