Forse era convinto che la Sardegna fosse lontana a sufficienza dalla Campania per consentirgli di sfuggire alla giustizia e vivere indisturbato sull’isola. Non è andata così per Giuseppe Stabile, 52enne avvocato penalista, originario di Aversa (Caserta), che è stato rintracciato nell’abitazione in cui aveva trovato rifugio a Sassari dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia del capoluogo di provincia sardo.
Stabile aveva fatto perdere le proprie tracce dal 22 dicembre dello scorso anno, quando era evaso dagli arresti domiciliari a cui era stato sottoposto presso la propria abitazione ad Aversa, quale conseguenza per la condanna a 11 anni di reclusione per la partecipazione e il concorso esterno a ben due associazioni camorristiche, responsabili tra l’altro di omicidi ed estorsioni. Una volta accertata la sua irreperibilità, la Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha quindi emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, al fine di assicurare alla giustizia colui che, strumentalizzando le funzioni di difensore, ha avuto rapporti non solo professionali con esponenti dei clan Aversano e Marrazzo.
Tra gli episodi di maggior risalto contestati a Giuseppe Stabile, l’evasione dalla casa lavoro di Cagliari tra il 24 e il 25 maggio del 2008 del capoclan Vincenzo Marrazzo, favorita attraverso la consegna al boss di due lime e un telefono cellulare, e il ruolo di vero e proprio tramite tra i boss e gli affiliati. In particolare, in occasione di un colloquio in carcere con un suo cliente, al fine di superare i controlli degli agenti della polizia penitenziaria l’avvocato avrebbe nascosto nelle mutande delle lettere da recapitare al capoclan.
I militari dell’Arma di Aversa, nello scandagliare a fondo la vita di Giuseppe Stabile alla ricerca del minimo indizio che consentisse la sua localizzazione, hanno trovato tracce di un possibile collegamento con Sassari, dove poteva effettivamente aver trovato rifugio sentendosi braccato sul suolo campano. Le informazioni raccolte da Aversa sono quindi state trasmesse ai colleghi dell’Arma della compagnia di Sassari che, incrociando dati e svolgendo mirati approfondimenti, sono riusciti a individuare l’abitazione nella quale il legale probabilmente si nascondeva. A quel punto, sono stati necessari soltanto pochi giorni di appostamento per riuscire a vedere in carne ed ossa Giuseppe Stabile che usciva tranquillamente dall’abitazione per una passeggiata.
Bloccato immediatamente dai carabinieri, l’avvocato ha reagito con un’espressione mista tra lo stupore e la rassegnazione, consapevole che per lui si sarebbero quindi riaperte le porte del carcere. Espletate le formalità di rito, l’interessato è stato infatti portato al carcere di Bancali, dove dovrà restare a disposizione della magistratura campana fino a nuovo ordine.