Assoluzione con formula piena su tutti i capi di imputazione, perché il “fatto non sussiste”. Nel lontano 2009 tre guardie zoofile del Gruppo di Aversa, Gennaro Capone, Luigi Giordano ed il capo nucleo, Saverio Mazzarella, mettevano a segno diverse azioni repressive contro il dilagante fenomeno del bracconaggio notturno armato alle anatre, denunciando all’autorità giudiziaria quattro bracconieri della zona.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere convalidava il sequestro dei fucili ai bracconieri ordinando alle guardie zoofile ed ai carabinieri di effettuare le perquisizioni domiciliari al fine di recuperare le armi sequestrate durante l’operazione antibracconaggio. Dopo ben 20 giorni dall’accaduto i bracconieri denunciavano le guardie zoofile con l’accusa di per rapina, nonostante all’epoca dei fatti furono redatti verbali di contestazione rilasciati in triplice copia e firmati dai bracconieri, riportando il tutto in Procura come iter giudiziario previsto.
Nel frattempo, le guardie venivano anche accusate di usurpazione di titolo per aver effettuato un blitz nella fiera dei rettili nel centro commerciale “Jambo” di Trentola Ducenta senza avere titoli di polizia giudiziaria alla contraffazione di sigilli di Stato, alla detenzione e porto abusivo di armi da caccia. Il sequestro effettuato alla fiera del Jambo da parte delle Guardie di Aversa era invece legittimo e legittimato. Le guardie, infatti, avevano i titoli di polizia per poter mettere a segno i bersagli predestinati e denunciare in Procura i responsabili del traffico di fauna esotica e maltrattamento di animali. Inoltre, il blitz venne effettuato con l’ausilio del personale dei carabinieri di Aversa. Sono state quindi assolte dall’accusa in quanto le guardie rivestivano la qualifica di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e potevano effettuare tutte le operazioni di rito.
Altro elemento accusatorio crollato riguarda le armi. L’accusa parlava di detenzione e porto di armi da caccia da parte delle guardie operanti. La Procura, invece, ha effettuato i controlli specifici ed è stato appurato che le armi in uso alle guardie zoofile erano legalmente detenute e che queste ultime fossero in possesso di regolari porto d’armi per poter svolgere il servizio a cui erano state demandate, nel rispetto delle leggi vigenti. E’ stato appurata anche la genuinità e l’originalità dei timbri e dei sigilli apposti sui verbali. Caduta anche l’accusa di contraffazione di sigilli di Stato.