Un bimbo di cinque anni è morto nella sua abitazione. Sarebbe stato ucciso, secondo i primi accertamenti, dal padre, un 26enne macedone, in cura per problemi psichiatrici e disoccupato, sottoposto a fermo indiziato di delitto. Avrebbe soffocato il piccolo a mani nude.
E’ accaduto a Cupramontana, in provincia di Ancona. Il giovane, apparso frastornato, è stato interrogato nella caserma dei carabinieri, alla presenza del pm Valentina Bavai, e avrebbe fornito risposte confuse, tali comunque da fornire sufficienti elementi di colpevolezza. La Procura al momento sta valutando le possibili ipotesi di reato. La famiglia (un altro bambino e la madre, incinta di un terzo figlio, oltre ad altri parenti, tra cui il padre del 26enne) non era seguita dai servizi sociali del Comune, perché – dice il sindaco Luigi Cerioni – non aveva chiesto assistenza.
Secondo gli investigatori l’omicidio sarebbe avvenuto nell’auto del padre, il piccolo sarebbe poi stato trasportato in casa – una palazzina di tre piani in via Bonanni – con l’intervento di alcuni familiari che abitano nello stesso caseggiato e che avrebbero chiamato il 118. I sanitari, intervenuti sul luogo, hanno cercato di rianimarlo per oltre mezz’ora, ma invano. In casa c’era anche la madre, 24enne e incinta, in un tale stato di choc da rendere necessario il ricovero all’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Sul corpo del piccolo non c’erano tracce di sangue, né segni immediatamente visibili di violenza, poi invece riscontrati sul collo dal medico legale.