Nella tarda serata di lunedì 22 gennaio, nella cittadina di Weener (nord della Germania, confine con i Paesi Bassi), è stata data esecuzione dalle autorità di pubblica sicurezza tedesche al mandato d’arresto europeo emesso nei confronti del latitante Emanuele De Maria , 27 anni, responsabile dell’omicidio della 23enne tunisina Oumaima Racheb, avvenuto il 31 gennaio 2016, a Castel Volturno, nei pressi dell’ex Hotel Zagarella, lungo la statale Domitiana.
L’arresto, scaturito dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, è stato eseguito all’esito di una complessa attività investigativa dei carabvinieri della compagnia di Mondragone, grazie alla quale venivano individuati Germania e Olanda come possibili Stati in cui si rifugiava De Maria. Sulla scorta di tale preliminare indicazione iniziava una fattiva e sinergica collaborazione con lo Scip – Servizio per la cooperazione internazionale di polizia del Dipartimento della pubblica sicurezza, che a sua volta si interfacciava con gli omologhi S.I.Re.N.E. di Germania ed Olanda al fine di dar seguito alle indagini esperite dalla polizia giudiziaria procedente.
L’attività di intercettazione, intensificata nel periodo delle festività natalizie, nonché il continuo e costante scambio di informazioni tra la Polizia giudiziaria ed la Divisione S.I.Re.N.E. consentivano di individuare la presenza di De Maria nel territorio della bassa Sassonia. Nello specifico, la polizia tedesca ed olandese, per arrivare all’esatta localizzazione di De Maria, si avvalevano dell’ausilio dei rispettivi esperti per la sicurezza, i quali coordinavano le ricerche e l’attività svolta dalla Divisione S.I.Re.N.E. (Supplementary Information Request at thè National Entry) della Criminalpol con i riscontri tecnici in tempo reale della Soi – Sala operativa internazionale.
L’indagine, esperita nelle immediatezze dell’omicidio, aveva inizio nella serata del 31 gennaio 2016, con il sopralluogo all’ex Hotel Zagarella di Castel Volturno, dove veniva trovato il corpo esanime della giovane tunisina. Il teatro dell’evento era un luogo noto da tempo alle forze dell’ordine per l’assidua frequentazione di soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché da tossicodipendenti e prostitute. Dalle prime dichiarazioni assunte dai carabinieri, si identificavano, sul luogo del delitto, alcuni soggetti potenziali testimoni dell’omicidio e, in particolare, un teste chiave, cittadino extracomunitario dimorante abitualmente nell’ex Hotel Zagarella. Questi, escusso dagli inquirenti, riferiva di essere intervenuto in soccorso della vittima subito dopo l’aggressione e di aver inseguito l’autore del reato lungo la via Domitiana fino a raggiungerlo. Nella circostanza dichiarava di aver poi desistito in quanto, raggiunto il reo, era stato da questi minacciato con un coltello.
Successivamente, si giungeva all’identificazione di vari soggetti presenti nell’ex Hotel Zagarella nell’arco di tempo compatibile con l’omicidio e si dava inizio ad una attività di monitoraggio di natura tecnica, consistente nell’intercettazione delle utenze telefoniche nonché l’intercettazione ambientale dei veicoli degli indagati. Preziose evidenze emergevano dall’acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza di tutti gli esercizi pubblici e/o abitazioni private presenti lungo il tragitto indicato dai testimoni quale percorso di fuga dall’omicida. Dall’analisi meticolosa dei filmati si riusciva ad individuare un soggetto compatibile con la descrizione dei testimoni, che dopo una lunga fuga a piedi sulla Via Domitiana entrava all’interno del parco denominato “Prato Verde”.
I carabinieri di Mondragone decidevano allora di concentrare l’attività d’indagine sulle persone residenti nel parco “Prato Verde” di Castel Volturno, all’interno del quale, tramite la scrupolosa analisi di ulteriori filmati e di elaborazioni investigative, si riusciva ad identificare il presunto autore del delitto in Emanuele De Maria. A conclusione di questa ampia, complessa ed articolata attività info-investigativa posta in essere dai carabinieri, la Procura sammaritana emetteva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di De Maria che non veniva eseguita in quanto il giovane era latitante. La collaborazione europea di polizia consentiva, quindi, di porre fine alla fuga del reo. Ora, d’intesa con l’autorità giudiziaria tedesca, sono state avviate le pratiche di estradizione per il rientro in Italia.