Operazione contro il clan Spada ad Ostia da parte di polizia e carabinieri. Sono complessivamente 32 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Roma su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Il blitz è scattato all’alba e ha riguardato sia i presunti capi sia decine di affiliati del clan. C’è anche Roberto Spada, già in carcere per l’aggressione al reporter Rai, tra i destinatari del mandato d’arresto, e suo fratello Carmine.
Nei confronti dei soggetti arrestati la procura di Roma contesta, a vario titolo, il 416 bis, l’associazione a delinquere di stampo mafioso. E’ la prima volta che si contesta alla famiglia Spada questo tipo di reato e avviene al termine di un’indagine durata oltre due anni. Capi e affiliati sono ritenuti “responsabili, tra l’altro, di aver costituito, promosso e fatto parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso sul territorio laziale” ed in particolare ad Ostia.
C’è anche Roberto Spada – figura di vertice del clan e autore della testata contro il giornalista della trasmissione di Rai 2 ‘Nemo nessuno escluso’, Daniele Piervincenzi – tra i destinatari della misure cautelare nei confronti di 32 soggetti ritenuti appartenenti al clan. Roberto Spada, rinviato a giudizio nei giorni scorsi proprio per la testata, è attualmente detenuto nel carcere di Tolmezzo (Udine). Tra i destinatari dei provvedimenti Carmine Spada, detto “Romoletto”, considerato il capo del clan, tra i 32 arrestati di nella maxi operazione di Ostia. Carmine è il fratello di Roberto. Gli arresti scaturiscono da due distinte indagini di carabinieri e polizia che sono poi confluite.
Per il gip Simonetta D’Alessandro il clan Spada di Ostia è “una associazione a delinquere di stampo mafioso, che ha provocato un profondo degrado sul territorio”. In questo modo, sottolinea il magistrato nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 appartenenti, si è consentito “il dilagare di reati gravissimi e lesivi di beni primari”. Tra i destinatari del mandato dʼarresto anche Roberto e Carmine Spada. Il gip, nell’ordinanza, precisa inoltre: “Un sodalizio che ha fondato la sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze, consentendo al complesso dei soggetti chiamati a rispondere anche solo di reati satellite di gravitare in un’area di impunità, scaturente dalla forza evocativa e minatoria del nome degli Spada. L’attività investigativa ripercorre l’ultimo decennio di indagini effettuate nel territorio di Ostia ed evidenzia l’ormai profonda penetrazione della criminalità organizzata nelle attività economiche del litorale”.
Dall’ordinanza emerge inoltre che Roberto e Carmine Spada sono ritenuti, mandanti dell’omicidio di Giovanni Galleoni (detto Bafficchio) e Francesco Antonini (Sorcanera), uccisi nel novembre del 2011 a Ostia. Proprio il duplice omicidio “segna l’inesorabile ascesa al potere del clan Spada – scrive chi indaga – il cui prestigio criminale vede una progressiva crescita in forza dell’alleanza con l´organizzazione facente capo alla famiglia Fasciani e in concomitanza con l’indebolimento della famiglia dei “Baficchio” (Galleone – Cardoni)”. Nell’ordinanza del gip viene citata anche un’intercettazione ambientale in cui a parlare è il titolare di un’attività commerciale “protetto dagli Spada” e vessato dalle richieste “dei napoletani”, ovvero altri clan criminali. “Purtroppo questo mi hanno chiesto e l’ho dovuto fa! Se vuoi stare qua sennò ogni notte è buona per la tanica! Meglio stare con gli Spada”.