“Sono amico di quella ragazza, abbiamo il numero di targa, se non torna indietro a pagare io sono costretto a mandarla in ospedale e a farle fare un referto dicendo che lei l’ha violentata…abbiamo il numero di targa, almeno vai a pagare il disturbo dell’appuntamento…paghi l’appuntamento per intero e ti salvi”. Valeria Iandolo mette, insieme al complice Gabriele Consolazio, un annuncio su un sito internet di annunci, promettendo prestazioni sessuali. Il “pollo da spennare” abbocca, ma sino ad un certo punto, quando capisce che sta per rimanere vittima di una truffa, trova una scusa e scappa. Giunge immediata la telefonata estorsiva con la quale lo costringono a tornare indietro e a pagare il “disturbo”.
Di episodi come questo, chiaramente estorsivi, ne sono descritti diversi nell’ordinanza che nella giornata di ieri ha portato al fermo di cinque persone (leggi qui). A parlare, in questo primo caso, è Consolazio, ma qualche volta è la stessa donna a ritelefonare alla vittima caduta nella rete con il miraggio di prestazioni sessuali da favola. Lo fa quando uno degli uomini adescati chiede la restituzione della somma versata visto che non c’era stato alcun atto sessuale. “Scusa – afferma la donna che sul sito, dove si presentava come Laura – ma tu lo sai che io lavoro con gente di m..da, non ti conviene di ricattarmi; …lo sai che hai 22 anni e si nu muccuso? Io lavoro con gente che sta in mezzo alla strada! Non la passi liscia se continui a chiedermi la restituzione del denaro”.
Significativo anche lo scambio telefonico tra Valeria e il suo complice nel commentare un altro caso: “L’ho chiamato, gli ho detto se non torni indietro e mi porti i venti euro per il disturbo…ti scateno il putiferio…gli ho detto, non ti preoccupare non ci inetto niente che faccio sapere a tua moglie o alla famiglia tua quello che stavi venendo a fare! Ho detto ‘a me le prese per il culo non mi piacciono’, portami subito i venti euro per il disturbo’”. “‘Si, si, si mo’ torno indietro non ti preoccupare!’, ha risposto il malcapitato che ha ceduto e, tornato indietro, le ha consegnato il denaro ed e scappato. “Mi ha buttato – racconta Valeria al complice – i venti euro dalla macchina e se ne e andato!”.
In un altro caso, il racconto a verbale di una vittima che, dopo essere scappato, racconta: “Dopo poco ricevevo una chiamata da un numero di rete fissa. All’altro capo del telefono vi era un uomo che era a conoscenza della situazione che era precedentemente accaduta. L’uomo mi riferiva che la ragazza con la quale io avevo avuto a che fare era seriamente intenzionata a fare denuncia nei miei confronti se non le avessi dato altri soldi. L’uomo aggiungeva che la donna avrebbe denunciato un’aggressione fisica subita da me, infine lo stesso riferiva di essere agli arresti domiciliari. L’uomo mi contattava per ben due volte insistendo sul fatto che avrei dovuto pagare per la mia tranquillità in quanto la donna e le sue amiche erano molto pericolose e mi avrebbero fatto passare un guaio, infatti riferiva che le ragazze erano già dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere per presentare denuncia nei miei confronti”.