23 rapine ai danni di banche e farmacie di Roma. Un bottino di 80mila euro collezionato in cinque anni. Questi i numeri che hanno inchiodato un 55enne campano, che diceva di essere “malato terminale” arrestato dagli agenti della Polizia di Stato a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini hanno permesso di raccogliere “gravi e concordanti indizi di colpevolezza” per numerose rapine a mano armata ai danni dei titolari di numerose farmacie e istituti di credito di Roma, in un periodo di tempo compreso tra il mese di novembre del 2012 e l’agosto del 2016. Tutto è iniziato quando gli investigatori del commissariato San Giovanni, lo scorso 11 maggio 2017, avevano sottoposto l’uomo a “fermo di indiziato di delitto”, per una rapina aggravata consumata la notte precedente presso l’Autogrill Casilina Esterna di Roma, nonché per la commissione di altre rapine ai danni di istituti di credito e di alcune farmacie tra aprile 2016 e gennaio 2017.
Le indagini hanno permesso di accertare che il 55enne dal novembre del 2012 al 10 maggio 2017 si era reso protagonista di almeno 23 episodi criminosi, con un bottino complessivo di oltre 80mila euro, aggravate dall’uso delle armi, nonché di altri 17 episodi sui quali sono in corso ulteriori indagini. Al momento del fermo, gli investigatori hanno sequestrato 2 pistole repliche, prive del tappo rosso del tutto simili a quelle vere, utilizzate dal malvivente per le rapine. La particolarità del rapinatore seriale era quella di agire a volto scoperto sfruttando il fatto di non essere mai stato fotosegnalato, in quanto incensurato, nonché la provenienza dalla regione Campania e la residenza in un Comune limitrofo alla Capitale. Tutti elementi che lo rendevano difficilmente individuabile. Durante le rapine diceva che non aveva remore nello sparare poiché “malato terminale” e, quindi, con “nulla da perdere”. L’uomo, astuto, faceva attenzione a non lasciare impronte evitando anche di parcheggiare eventuali mezzi utilizzati per l’arrivo sul posto e la successiva fuga.
Sulla base degli elementi investigativi raccolti era lecito presumere che l’attività criminosa del rapinatore sarebbe proseguita finché non fosse stato sorpreso nella flagranza di reato. L’elevato numero di episodi criminali compiuti a Roma ha però attirato l’attenzione di tutte le forze dell’ordine. Determinante per la conclusione positiva della complessa indagine, e che ha permesso agli investigatori del commissariato San Giovanni, competente per alcune rapine commesse in quella zona della Capitale nella seconda metà del 2016, di pervenire all’identificazione, alla cattura e alla ricostruzione della carriera criminale del medesimo, è stata la sinergia creta con gli istituti di credito, la Federfarma, la Procura di Roma e la Polizia di Stato.
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