200 finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito, nelle province di Roma e Latina, una misura cautelare emessa dal Tribunale capitolino, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 28 persone indiziate di appartenere a un’articolata associazione per delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con base operativa nel quartiere di San Lorenzo.
I provvedimenti scaturiscono da una minuziosa attività investigativa, protrattasi per oltre un anno e condotta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata – anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali nonché servizi dinamici sul territorio, all’esito dei quali è stata accertata l’operatività, nella Capitale, di due sodalizi, i cui membri si sono resi responsabili di gravi condotte di narcotraffico. Le indagini hanno avuto origine dalla nota operazione “Druso-Extra Fines” che, il 4 ottobre scorso, ha portato all’arresto – nel Lazio, in Sicilia, in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna e in Germania – di 37 appartenenti al clan gelese Rinzivillo, oltre al sequestro di beni e società per circa 11 milioni di euro. In quel contesto, i militari del Gico di Roma avevano rilevato l’esistenza di contatti tra il noto boss di “Cosa nostra”, Salvatore Rinzivillo, e un romano, Maurizio Pasquetto, 58 anni, relativi a comuni affari illeciti nel settore del traffico di droga.
Le investigazioni avviate sul conto di quest’ultimo, gravato da numerosi precedenti specifici, hanno evidenziato come egli si collocasse al vertice di un autonomo contesto delinquenziale, sistematicamente dedito al commercio di ingenti partite di stupefacenti, per lo più cocaina e marijuana. Coadiuvato dal fidato collaboratore Bruno Reali, 56 anni, considerato “magazziniere” delle partite di droga e “cassiere” del gruppo, Pasquetto ha operato al centro di una fitta rete di collegamenti criminali che lo hanno visto relazionarsi, di volta in volta, per finalità connesse al reperimento dello stupefacente, con altre consorterie operanti nella Capitale, in primis con i “gruppi” facenti capo a Giovanni La Racca, 59 anni, e a Nicholas Cianfrocca, 28. Peraltro, Pasquetto aveva costituito, presso la propria abitazione nel quartiere di San Lorenzo, nota zona della movida romana, un vero e proprio “supermarket” della droga, aperto 24 ore su 24, in cui era possibile acquistare qualunque tipo di sostanza stupefacente, anche consumandola direttamente, al riparo da occhi indiscreti e, soprattutto, da eventuali controlli delle forze dell’ordine. Le indagini permettevano, poi, l’individuazione di un ulteriore sodalizio criminale, in contatto con la consorteria riferibile a Pasquetto allo scopo di rifornirsi da quest’ultima di droga, da smerciare in tutta la Regione.
Il vertice di questa associazione per delinquere è risultato essere il pregiudicato Gennaro Amato, 58 anni, il quale, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica residenziale in provincia di Roma, continuava a gestire, attraverso il suo alter ego Alessandro Contì, 38 anni, un florido traffico di cocaina e marijuana. I finanzieri hanno scoperto che Amato aveva reinvestito i proventi delle sue attività illecite nell’acquisizione, di fatto, di due società di capitali operanti nel settore del noleggio di autovetture di lusso, le cui cariche societarie e amministrative erano state formalmente attribuite a due “prestanome” allo scopo di eludere le disposizioni di legge in tema di misure di prevenzione patrimoniale. Conseguentemente, il gip del Tribunale di Roma ha disposto il sequestro preventivo del capitale sociale e del compendio aziendale delle due imprese, per un valore di circa 600mila euro.
Oltre alle misure cautelari oggi in esecuzione – per 20 persone in carcere e per le restanti 8 agli arresti domiciliari – nel corso delle indagini le Fiamme Gialle avevano arrestato altre tre persone in flagranza di reato e sequestrato circa 5,5 chilogrammi di cocaina e 6 di marijuana.
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