Aversa, allarme polveri sottili: l’analisi del professor Cartenì

di Nicola Rosselli

«Ogni giorno ad Aversa circolano circa 35-40 mila veicoli che producono fenomeni di elevata congestione stradale su molte delle infrastrutture cittadine. Tale traffico veicolare si stima emetta oltre 26 tonnellate di CO2 equivalente e 5 kg di polveri sottili PM10». A lanciare l’allarme, citando dati in possesso dell’Ateneo, Armando Cartenì, docente di Pianificazione dei Trasporti presso la facoltà di ingegneria dell’Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli».

«Per avere un’idea del volume occupato da queste sostanze inquinanti – continua il docente – basti pensare che una sola tonnellata di CO2 occupa in volume, a condizioni medie di pressione e temperatura a cui si trova la città di Aversa, lo spazio occupato da 3 appartamenti da 70 mq uno sopra l’altro; ogni giorno vengono quindi emessi 26 edifici da 3 piani di CO2 che contribuiscono al riscaldamento globale. Per le emissioni di polveri sottili la cui esposizione prolungata ad elevate concentrazioni produce, come noto, danni rilevanti al sistema respiratorio dell’uomo, i 5 kg/giorno emessi lasciano temere che, sulle strade più congestionate della città, ci possano essere superamenti, anche frequenti, dei limiti imposti dalla legge e pari a 50 micro grammi /m3».

Cartenì segnala anche il problema dell’«ultimo miglio»: se arrivare alle porte della città risulta agevole, molto problematico è quello che nel trasporto delle merci si chiama “l’ultimo miglio” ovvero percorrere gli ultimi chilometri sino alla destinazione finale. Infine, Aversa, con la sua densità abitativa di oltre 6 mila abitanti/kmq è il ventesimo comune in Italia, più di Palermo e Firenze, confrontabile con Torino e solo il 18% meno denso di Milano. Questa elevata densità abitativa, unitamente alla carente Pianificazione dei Trasporti urbani dell’ultimo decennio, ha come effetto quello di offrire oggi una rete stradale urbana fortemente congestionata e con elevati impatti ambientali.

A non funzionare sono soprattutto i trasporti interni con l’aggiunta dell’assenza totale di parcheggi di interscambio presso le stazioni ed i terminal bus, oltre al fatto che le stazioni ferroviarie sono spesso troppo lontane dai servizi sovra comunali quali l’Università e il Tribunale. Per cui, Cartenì conclude: «Quale prospettiva e quali soluzioni? Serve un nuovo Piano dei trasporti integrato e condiviso con la cittadinanza e tutti gli stakeholder coinvolti. Le 6 azioni per Aversa: riorganizzazione del trasporto pubblico locale su gomma; parcheggi di interscambio presso le stazioni per spostamenti extra-comunali ed a servizio di Università ed Tribunale; politiche per la valorizzazione delle mobilità dolci: pedonale e ciclabile; razionalizzazione della viabilità urbana per ridurre la congestione e manutenzione delle strade; distribuzione urbana delle merci o regolamentazione orari e parcheggi o incentivazione tecnologia meno impattanti; utilizzo di nuove tecnologie per i trasporti o per aumentare la capacità delle strade o per l’info mobilità o per l’utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale.

«Voglio evidenziare – ha dichiarato da parte sua l’assessora all’Ambiente, Marica De Angelis – che i recenti dati Arpa hanno rilevato che Aversa è sì tra le città che superano i livelli stabiliti per 40 volte l’anno con il massimo di 35. Ossia non stiamo malissimo. Ovviamente, credo che l’amministrazione debba avere il coraggio di adottare politiche spinte per quanto riguarda la mobilità e l’ambiente. Lo abbiamo già fatto con l’ampliamento della Ztl, ora stiamo lavorando ad una rete di piste ciclabili, una bicipolitana. Per il resto credo che le soluzioni del professor Cartenì non possano che essere condivise».

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