Sono preoccupato per lo stato di fibrillazione che pervade gli aspiranti candidati del centrodestra per le prossime elezioni politiche, nel Collegio Campania 2, anche e soprattutto perché, spesso, la fibrillazione precede un irreversibile arresto cardiaco. Sono ancora più preoccupato, però, delle scelte che si apprestano a fare i partiti che se non oculate, ragionate e condivise possono sovvertite un risultato che la maggior parte dei sondaggisti danno favorevole al centro destra.
Ciò detto, ritengo che la rappresentanza territoriale, al pari di quella politica, è volta a raffigurare gli interessi dello stesso soggetto, ovvero il cittadino. Ma mentre nella rappresentanza politica il cittadino viene raffigurato ed individuato come componente della nazione, indistinto ed indifferenziato, nella rappresentanza territoriale viene preso in considerazione come un soggetto di un articolazione territoriale dello Stato. In tale ottica appare naturale, per così dire, “scegliere” solo tra chi si pone, all’attenzione dei partiti, come profondo conoscitore del territorio; perché solo in quanto tale potrà essere in grado di interpretare correttamente le istanze e di correttamente proporle alle valutazione della rappresentanza politica a cui appartiene per adesione.
Insomma, persone capaci di “dare forma” ai disagi, alle prospettive, alle aspirazioni e perché no alle frustrazioni che caratterizzano quel territorio che proprio per essere recepite necessitano, innanzitutto, di essere conosciute e successivamente appunto di essere “rappresentate”. Però una cosa è la rappresentanza politica cosa diversa è il rappresentante politico. E non sempre rappresentanza e rappresentatività rappresentano condizioni ideali coincidenti, cosa che invece si sta realizzando nel Collegio Campania 2 dove chi, a buon diritto o casualmente, è stato individuato per diventare rappresentante di qualcosa non è in grado, per quanto precedentemente esposto, di essere effettivamente rappresentativo di quel qualcosa; al contrario di chi invece pur possedendo le qualità(conoscenza del territorio) per beneficiare della rappresentatività non è chiamato anzi neanche consultato a svolgere un ruolo di rappresentanza. E poi si va alla affannosa ricerca delle motivazioni che determinano il sorgere di quelle barriere, spesso insormontabili, tra istituzioni e cittadini e del perché si alimenta sempre di più il già corposo partito del “non voto”.
Sia ben chiaro, ed almeno per quel che mi riguarda, che il riconoscimento politico di un territorio passa inevitabilmente ed indiscutibilmente solo attraverso l’individuazione di una rappresentatività che solo quel territorio è in grado di esprimere e che solo un partito ben radicato nel territorio come Forza Italia può designare.
Isidoro Orabona, consigliere comunale