Aversa – Pagare ad Acqua Campania i 2 milioni e 225mila euro, che erano stati oggetto di un precedente decreto ingiuntivo, entro la fine dell’anno. Questo il contenuto di una transazione sottoscritta dal dirigente dell’Area Finanziaria del Comune di Aversa, Claudio Pirone, e pubblicata sull’Albo Pretorio dell’ente. Una scelta fatta per evitare che Acqua Campania potesse azionare un pignoramento delle casse del Comune, a seguito della notifica del decreto ingiuntivo milionario, e bloccare di fatto l’attività dell’ente locale. Nello specifico, la transazione sottoscritta prevede il pagamento di 12 rate, a partire da fine gennaio fino a dicembre del 2018, con un peso per le casse dell’ente di una rata mensile che supera i 166mila euro.
Il debito accumulato (non è una novità, già altre volte l’amministrazione comunale aversana si è trovata a far fronte a debiti con l’allora Eni Acque per milioni di euro stipulando transazioni) si riferisce al mancato pagamento del servizio di fornitura idropotabile decorrente dal primo trimestre 2016 al terzo trimestre 2017. In pratica, poco meno di due anni nei quali per sei mesi al comune ha amministrato il commissario prefettizio e per la restante parte l’amministrazione guidata dall’attuale sindaco Enrico De Cristofaro che, in verità, non ha mai avuto le casse floride, soprattutto a causa dei mancati introiti derivanti dalla riscossione di tasse, tributi e canoni di competenza comunale.
Una situazione che si è letteralmente incancrenita proprio per quanto riguarda i canoni idrici, ereditata in buona parte dalle passate amministrazioni che non hanno mai dato impulso ad una riscossione coattiva, lasciando il pagamento al ‘buon cuore’ degli aversani, raggiungendo introiti tra il 30 e il 40 per cento (su poco più di seimila utenze, tutte plurime, sono circa quattromila quelle non incassate), lontani dalla copertura dei costi del servizio. Il problema principale, anche per agire in via coattiva, è costituito dal fatto che i contratti di utenza sono collettivi e riguardano condomini composti anche da centinaia di famiglie per cui la strada del recupero con procedure esecutive è praticamente impossibile da praticare. “Ho convocato la commissione consiliare finanze – ha dichiarato da parte sua il consigliere comunale delegato ai Tributi, Renato Oliva – chiamando in audizione i dirigenti per verificare lo stato della riscossione delle entrate comunali e le possibilità di esternalizzazione e dei debiti fuori bilancio. Abbiamo ereditato una situazione di immobilismo e, come si può vedere, i primi risultati già ci sono in alcuni campi come, ad esempio, per il mercato ortofrutticolo di viale Europa”.
Siamo, comunque, di fronte a ritardi che si ripeteranno con preoccupante sicurezza. Ad oggi, infatti, il Comune di Aversa ha da qualche giorno inviato agli aversani poco meno di quattromila bollette relative al 2016, per cui la riscossione, seppure dovesse essere totale (cosa non vera), sconterebbe un ritardo di un anno, per cui a breve, stante anche l’attuale situazione di cassa del Comune di Aversa, c’è da giurare che Acqua Campania tornerà a bussare a quattrini presso le casse dell’ente normanno.