Aversa – Parco “Ninì Grassia” e parco “Antonio Balsamo”, fallimento del pubblico. I due parchi urbani che dovevano ravvivare le periferie aversane, il primo in via Atellana, il secondo in via Ligabue, sono praticamente abbandonati, ridotti a selve con gli arredi inutilizzabili. Una condizione che li ha da sempre contraddistinti da quando sono stati aperti al pubblico sotto l’amministrazione dell’allora sindaco Mimmo Ciaramella, che ne aveva ritardato l’apertura proprio perché aveva perplessità sulla custodia dei due parchi. Oggi la realtà è rappresentata da un duplice squallore costato oltre cinquecentomila euro, un miliardo delle vecchie lire, finanziati dall’Unione Europea nell’ottica del programma Urban Italia, secondo cui i due parchi dovevano diventare un punto di aggregazione per recuperare le periferie aversane.
Un obiettivo mancato dalle amministrazioni Ciaramella, Sagliocco, dal commissario straordinario e, fino ad oggi, dall’attuale amministrazione che ha risolto il problema dei continui raid vandalici chiudendo il cancello d’accesso del Parco Grassia con catene e catenacci e trasformando un parco pubblico in un parco ad uso privato, essendo utilizzato quasi esclusivamente dai residenti dei condomini che lo circondano per portare a spasso i cani. Per loro l’accesso è possibile perché sono forniti di chiave per entrare dall’ingresso secondario. Impraticabile anche la struttura di via Ligabue, confinante con la parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù e il plesso dell’istituto comprensivo «Antonio De Curtis», dove i soliti ignoti, tra l’altro, hanno portato via più volte addirittura il quadro elettrico.
«Regnano – ha dichiarato interpellata sull’argomento la consigliera comunale del Pd Elena Caterino – lo scempio e l’incuria nelle aree verdi dei parchi pubblici Balsamo e Grassia che dovrebbero essere i polmoni verdi della città, dei posti dove trascorrere del tempo all’area aperta ed invece sono lo specchio dell’abbandono, al di là di ogni dichiarazione da parte della maggioranza sulla manutenzione che di fatto non esiste. La mia proposta dell’allestimento di una biblioteca all’interno dei parchi, gestita completamente dagli studenti delle scuole secondarie di secondo grado è caduta nel completo dimenticatoio». «Nonostante siamo profondamente critici nei confronti dell’operato del sindaco De Cristofaro – continua Caterino – tuttavia vogliamo contribuire al bene comune facendo delle proposte concrete. A nostro avviso i parchi dovrebbero essere utilizzati da alcune associazioni ambientaliste che potrebbero occuparsi anche della manutenzione ed utilizzare anche i manufatti in cemento che attualmente sono in disuso. Dobbiamo restituire alla città questi spazi verdi da troppo tempo inutilizzabili».
A nome dell’amministrazione guidata dal sindaco Enrico de Cristofaro, sulla stessa scia di Caterino, dopo aver evidenziato che la delega la verde pubblico è detenuta dallo stesso primo cittadino, risponde l’assessore all’ambiente Marica de Angelis. «Il problema – afferma l’esponente dell’esecutivo normanno – è sentito da questa amministrazione. A breve ci sarà la richiesta di manifestazioni di interesse da parte delle associazioni presenti sul territorio. Premesso che il problema non è mettere a posto queste aree, ma tenerle a posto, daremo alle associazioni la possibilità di gestire queste due aree, fermo restando l’uso assolutamente pubblico dei due parchi, anche organizzando eventi che coinvolgano la città e siano condizione di crescita culturale per il territorio».