Aversa – “I miei figli nel fine settimana vogliono venire ad Aversa”. “Quanti locali avete ad Aversa. Una bella città, molto movimentata”. Sono queste solo due delle tante affermazioni che capita sentire quotidianamente quando ci imbatte in molte persone residenti nei comuni dell’hinterland settentrionale di Napoli. Affermazioni che si ripetono con convinzione a dimostrazione che la movida aversana richiama giovani e meno giovani, nonostante le continue risse e gli abusi di alcuni locali, soprattutto per quanto riguarda la diffusione della musica dopo mezzanotte. Tanto che, nei giorni scorsi, si è registrata una raffica di contravvenzioni grazie ai controlli della Polizia municipale, nonostante sia occupata in decine e decine di attività con solo 52 uomini divisi sui diversi turni e competenza.
Rimane, però, intatta l’intera problematica che coinvolge centinaia di famiglie di residenti, che, sempre più si sentono letteralmente, prigioniere. Insomma. Anno nuovo, movida vecchia, anzi problemi vecchi, soprattutto per le centinaia di famiglie di residenti nella zona topica, rappresentata da via Seggio e dintorni. Esasperazione, impotenza e voglia di andar via da quella che una volta era il salotto buono della città e che oggi è ridotto ad un vero e proprio carcere per i residenti che non sono padroni di entrare ed uscire liberamente dalle proprie abitazioni e, soprattutto, di poter riposare se non dopo le tre nelle notti dei fine settimana, dal venerdì alla domenica. Vittima di una movida fuorilegge e fuori controllo, illegale (con alcolici venduti anche a minorenni e spaccio a cielo aperto come dimostrano i continui arresti delle forze dell’ordine, gli ultimi tre proprio tre giorni fa) e aggressiva, violenta (con i continui pestaggi che, oramai, non fanno nemmeno più notizia).
“La notte non si dorme – afferma un avvocato che ha la ‘sventura’ di abitare in zona – e spesso la musica o il chiacchiericcio che si leva dalla massa presente in strada è talmente invadente che non si riesce neanche a parlare. E questo non a mezzanotte, ma anche alle due o alle tre di notte con tutte le conseguenze del caso. Siamo sfiniti anche perché questa situazione va avanti, oramai, da anni senza che nessuno riesca a porvi rimedio”. “Abbiamo affisso – continua il professionista aversano – ai nostri garage i cartelli di passo carrabile, molti di noi pagano anche la relativa tassa al comune, ma entrare o uscire con la vettura è praticamente impossibile. Ci sono sempre auto o moto che ostacolano la nostra mobilità. Siamo di fronte ad un vero e proprio sequestro di persona. Si sono verificati diversi casi di persone residenti che avevano necessità di recarsi in ospedale per malori ed hanno dovuto attendere non poco prima di uscire”.
In effetti, a partire dalle 22, una fiumana di corpi invade la strada non lasciando spazio nemmeno per camminare a piedi. Ed è normale che in quelle condizioni, con alcool e stupefacenti a fare la propria parte, poi, si verifichino incidenti di ogni tipo. Insomma, quella che dovrebbe essere una risorsa per la città, la movida aversana, alla quale tantissimi giovani non solo provenienti dai centri dell’agro aversano ma anche dai comuni dell’hinterland settentrionale partenopeo desiderano partecipare, rischia di trasformarsi, anzi si è già trasformata, in un boomerang. Senza parlare, poi, della circostanza che molti di quei locali, soprattutto in via Seggio, sono gestiti da imprenditori provenienti dal napoletano, per cui il tessuto sociale cittadino rimane fuori dal business movida. Insomma, al danno si aggiunge la beffa.