Blitz della Squadra mobile contro il clan Mazzarella, arrestate nove persone accusate di avere promosso, organizzato e partecipato all’associazione di tipo mafioso attiva, in particolare, nell’area orientale della città, nel quartiere San Giovanni a Teduccio. In manette il capoclan Francesco Mazzarella, 46 anni, Francesco Barattolo, 34 anni, Luigi Bonavolta, 25 anni, Raffaele Donadeo, 22 anni, Gaetano Limatola, 33 anni, Giovanni Ravolo, 42 anni, Ciro Russo, 57 anni, Raffaele Santaniello, 26anni, Pasquale Troise, 36 anni. Il gip del Tribunale di Napoli ha emesso oggi nei loro confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
In seguito a questo blitz di qualche giorno fa, come spiegato da Repubblica subito dopo gli arresti, furono proprio i Mazzarella rimasti liberi ad effettuare un raid con ventisette colpi di pistola contro le case del clan Rinaldi-Reale in via Ravello (colpendo però la veranda di un incensurato) per consegnare il messaggio: “Siamo ancora noi a comandare”. Stando alle indagini della Squadra mobile partenopea, coordinata dai magistrati della Dda, l’organizzazione controllava il territorio con intimidazioni e omertà, scontri armati con i clan rivali, repressione violenta dei contrasti interni. Il clan cercava appoggi e connivenze per assicurare impunità agli affiliati prevenendo interventi delle forze dell’ordine e garantendo la latitanza degli esponenti colpiti da ordini di cattura.
Le indagini, scaturite da un omicidio avvenuto il 26 agosto del 2012 in cui rimase ucciso Vincenzo Di Pede, affiliato al clan Formicola, hanno permesso di individuare come autori del delitto Raffaele Russo e Rosario Guadagnuolo, affiliati al clan Mazzarella già condannati in primo grado. Dimostrata l’operatività del clan Mazzarella al cui vertice spicca la figura di Francesco Mazzarella, soprannominato “‘O parente” che, anche se non si è mai esposto in prima persona nelle azioni violente, ha assunto il ruolo di capo indiscusso. Gli investigatori hanno accertato inoltre che l’omicidio Di Pede ha determinato una spaccatura tra il clan Mazzarella e il clan Formicola, un tempo alleati, e la nascita di una nuova alleanza tra il clan Formicola e il clan Rinaldi. Dal mutamento degli assetti criminali sono scaturiti alcuni episodi di violenza avvenuti negli anni 2014 e 2015.
L’annoso scontro tra i Rinaldi/Formicola e i Mazzarella si è acuito invece a causa degli arresti eseguiti nel novembre 2017 nei confronti di numerosi esponenti del clan De Micco, operante nel quartiere di Ponticelli, che hanno comportato la formazione di nuove alleanze nel tentativo di conquistare un territorio fino a quel momento appannaggio dei De Micco.
In tale ottica si spiegherebbero le azioni di fuoco e gli attentati dinamitardi commessi nell’ultimo periodo come l’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro le abitazioni di affiliati alle fazioni in lotta. L’8 dicembre dello scorso anno in via Sorrento sono stati esplosi infatti numerosi colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di Sergio Grassia, personaggio di spicco del clan Rinaldi. La notte del 22 dicembre 2017 in via Ferrante Imparato è deceduto Antonio Perna, ritenuto affiliato al clan Mazzarella: la vittima stava posizionando un ordigno che poi è esploso nei pressi dell’abitazione di una famiglia dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il 31 dicembre del 2017 durante una perquisizione nell’abitazione di Luigi Gitano, affiliato al clan Mazzarella, sono state rinvenute 182 munizioni di vario calibro, un silenziatore ed un impianto di video sorveglianza. Lo stesso giorno un bambino di 12 anni che si trovava in zona San Giovanni a casa di parenti per festeggiare il Capodanno venne ferito da pallottole vaganti.
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