Jan Kuciak, 27 anni, noto giornalista investigativo slovacco, è stato ucciso insieme alla sua compagna con un colpo di pistola nella sua casa. Secondo il quotidiano Dennik N, l’omicidio sarebbe legato all’attività del reporter impegnato in indagini su frodi fiscali, in particolare sui casi di persone vicine al partito al governo dei Democratici sociali del premier Robert Fico.
Il reporter, che aveva lavorato per l’importante sito Aktuality.sk, è stato ucciso insieme alla sua fidanzata nel suo appartamento nel centro di Velka Macia, nell’ovest della Slovacchia. Si tratta del primo omicidio di un giornalista nella storia del Paese. La polizia esamina il doppio omicidio come atto premeditato. Secondo la polizia locale, le vittime sono state uccise tra giovedì e domenica da un sicario professionista con un colpo solo: Kuciak è stato colpito al petto, mentre la sua compagna alla testa. L’arma non è stata ritrovata. La polizia è arrivata sul posto dopo essere stata avvertita dalla madre della ragazza, che non riusciva a mettersi in contatto con lei.
Nell’ottobre del 2017, Kuciak aveva scritto sulla sua pagina Facebook di aver ricevuto minacce per telefono e di aver sporto denuncia alla procura. Il 9 febbraio era stato pubblicato il suo ultimo articolo in cui parlava di “transazioni sospette tra cinque compagnie”. Quello dell’utilizzo di complessi residenziali per evadere il fisco è un caso che ha suscitato forti proteste in Slovacchia lo scorso anno. Centinaia di manifestanti erano scesi in piazza per chiedere le dimissioni del ministro degli Interni, Robert Kalinak, uno stretto alleato del premier Robert Fico, per i suoi rapporti d’affari con uno degli imprenditori coinvolti.
Il governo slovacco ha offerto una ricompensa di un milione di euro per informazioni che contribuiscano all’arresto dell’assassino. “Accettiamo anche le informazioni anonime. Qualsiasi cosa che possa contribuire all’arresto del responsabile o dei responsabili sarà preziosissima”, ha detto il premier Robert Fico, aggiungendo che “se la morte del giornalista fosse legata al suo lavoro, sarebbe un attacco senza precedenti alla libertà di stampa e alla democrazia”.
Sul caso si è espresso anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: “L’Unione europea non può accettare che un giornalista venga ucciso per aver fatto il suo lavoro. Chiedo alle autorità slovacche di avviare un’indagine approfondita con il supporto internazionale, se necessario”.
Un caso che riporta alla mente l’omicidio di un’altra giornalista “scomoda”, la 53enne maltese Daphne Caruana Galizia, rimasta uccisa lo scorso ottobre nell’esplosione dell’auto su cui viaggiava. La reporter aveva indagato sugli scandali finanziari “Panama papers” e “Malta files” (leggi qui).