Sono quaranta brevi, ma significative ed emblematiche storie, in forma narrativa, sulla vita vissuta tra le mura dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa quelle raccolte in un libro-racconto dallo psichiatra Adolfo Ferraro, già direttore di quell’Istituto e docente alla Scuola di Criminologia del Formed in convenzione con i corsi di perfezionamento con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Santa Maria Capua Vetere.
Sono quaranta storie che, alla fine, costituiscono un unico racconto che si sviluppa come un percorso unico – quasi come un contenitore – che ha in sé altre quaranta racconti brevi, ma estremamente significativi. La presentazione dell’opera, in provincia di Caserta, è prevista per 9 marzo prossimo, presso la Libreria Feltrinelli di Caserta, ed è stata affidata all’avvocato penalista sammaritano Raffaele Gaetano Crisileo che farà una sua relazione sul volume pubblicato. Ha firmato la prefazione Enzo Moscato (autore, attore e regista teatrale) che ha parlato di “referto sismografico”. Concetto, questo, preso a prestito dal mondo della natura e portato in quella della umana follia.
Le storie narrate partono da un comune denominatore : la complessità della mente umana e la sua energia confrontate con il dolore, la malattia e la sanità. “Era una giornata di sole quando venni alla luce. Forse per questo ho sempre avuto paura del buio”. Così si apre la raccolta. Ed allora in queste storie i pazienti descritti si muovono nella nebbia. L’autore nello scrivere si lascia guidare dalla coscienza e si lascia trascinare dalle mani dei nostri sensi. Essi ci ingannano spesso, ciò nonostante sono il linguaggio segreto che possediamo dentro di noi come ultima e prima risorsa dalla quale partire per comprendere il mondo.