Aversa – Sì per le dispute politiche, no per gli attacchi personali. Quando si va sul personale Gianpaolo Dello Vicario, consigliere di Forza Italia, non ci sta a far finta di niente così replica al sindaco Enrico De Cristofaro che sottolinea pubblicamente quella che, a suo dire, sarebbe un’incongruenza incomprensibile, vale a dire l’essere Dello Vicario consigliere del centrodestra, esponente del partito più importante della coalizione, qual è Forza Italia, e allo stesso tempo braccio destro della moglie candidata a Napoli con il Pd. Un’anomalia che De Cristofaro ha sottolineato in un video pubblicato da Pupia, rispondendo alla polemica creatasi sul “selfie scandalo” tra lui e l’europarlamentare del Pd Nicola Caputo (guarda qui).
Immediata la replica dell’azzurro. “Mi rendo conto – commenta Dello Vicario – che il sindaco vive di baci abbracci e selfie, ma come al solito si smentisce da solo ed in maniera poco elegante”. “La becera logica trasversale si concretizza – continua l’esponente di Forza Italia, entrando a sua volta nel personale – quando uno non riesce a candidarsi in un partito e si camuffa da lista civica per imbarcare tutti e consegnare l’ingovernabilità alla città”.
“E se questo non dovesse bastare – aggiunge il forzista – dopo solo un anno di malgoverno si effettua un vergognoso ribaltone, degno di questa amministrazione, acquistando con ben due assessorati chiave, altrettanti consiglieri di centrosinistra, senza modificare i programmi e senza dare la dovuta chiarezza e trasparenza”. “Ed infine – continua l’azzurro – altri due consiglieri, di cui una donna con un cognome di peso (De Cristofaro), trasmigrano armi e bagagli alla corte di Caputo”.
“Per quanto riguarda il gossip, devo dire – sottolinea Dello Vicario – che, non avendo io una visione personalistica/familistica dei partiti, pur volendo abbracciare la sua stessa logica medievale di ‘presentare’ qualcuno (nella specie mia moglie) alle politiche ed alle parlamentari, in un partito che non è il mio, in un territorio che non è il mio, mi lusinga di un potere troppo grande, e cade in un cliché al limite dell’offesa sessista, quando allude che le donne impegnate in politica sono ‘messe’ sempre da qualcun’altro. Poi percorsi politici e di militanza di ognuno di noi sono evidenti a tutti”.