Non crea nessuna meraviglia la reazione scomposta, se non proprio isterica, del sindaco di Carinaro alla diffusione della nota dell’associazione Terra Nostra con la quale il nostro sodalizio ha dichiarato che non la voterà alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento. Fanno addirittura sorridere i patetici appelli al voto proclamati dalla professoressa De Chiara, fondati sul richiamo all’appartenenza politica o sulla difesa delle donne, che con l’importante appuntamento di domenica non centrano un bel niente. Un utilizzo volgare di una causa giusta, celato in un ritornello vecchio e abusato e che finisce addirittura per portare danni alla battaglia per la parità di genere.
La nostra decisione di non votare a favore di Dell’Aprovitola, invece, dipende da ragioni chiarissime: l’incapacità dimostrata dal sindaco di fronteggiare i grandi problemi della nostra comunità come l’ambiente e il lavoro, e quella a svolgere un ruolo di guida saggia ed assennata; e, ancora, la rinuncia a strumenti capaci di assicurare sviluppo, cultura e progresso (rinuncia all’acquisto del Palazzo Ducale, perdita del finanziamento di via Volta, concessione della Villa Comunale per soli due anni); oppure, l’ostinazione nel voler realizzare l’isola ecologica fuori la porta del cimitero, la discutibilità di molte procedure di appalto e di affidamento di incarichi professionali, l’arroganza con cui si rapporta all’opposizione (che rappresenta il 50% del paese) e, infine, l’ostilità dimostrata contro la nostra associazione.
Tali motivazioni, sebbene chiaramente esplicitate nella nostra nota, non sono state minimante confutate dal Sindaco: è il chiaro segnale che ella è ormai consapevole che la verità non può più essere negata. Dichiarare a gran voce il nostro pensiero, invece, è stato un gesto di assoluta trasparenza verso il paese, un atto dovuto per chi come noi ha pubblicamente cominciato un percorso di dialogo con i carinaresi sulle più importanti questioni civili e politiche della nostra comunità. È di tutta evidenza, quindi, che quella del sindaco è l’ennesima battuta a vuoto, probabilmente dovuta al grande nervosismo che le provoca leggere i sondaggi che la danno tra i 10 e 15 punti percentuali sotto ai suoi competitor.
E se l’associazione Terra Nostra non ha esplicitamente indicato chi votare è solo perché il nostro è un sodalizio civico, composto da persone che hanno sensibilità politiche diverse, unite da un pensiero comune circa il presente e il futuro di Carinaro, nonché da un comune e netto giudizio negativo sull’operato di quest’amministrazione, ormai prossima al suo quarto compleanno. Piuttosto farebbe bene la sindaca ad interrogarsi e a spiegare al paese perché anche illustri componenti della sua amministrazione comunale hanno deciso di non votarla. Invece di dirci queste cose, la sindaca, per buttarla in cagnara, ora tira fuori presunte invidie, dimenticando che non ho mai chiesto in tutta la mia vita la candidatura a deputato (come invece ha fatto lei, e ricevendola, per sua ammissione, soltanto per esigenze di quote rosa).
Se le predette signore, inoltre, vogliono conoscere ulteriori motivi per cui anche chi tra di noi, pur essendo stato sempre democratico, ha deciso di non votarla, provino a chiederlo al “cavalier Mattiello”, colui che nel febbraio 2016, alla presenza compiaciuta della stessa sua moglie, dichiarandosi padrone del circolo, con epiteti irripetibili cacciava dalla sezione con offese volgari molti democratici in fila per tesserarsi. Oppure le stesse si sforzino di ricordare il vergognoso episodio della forzata chiusura della sezione, da loro arbitrariamente decisa, e quello della copertura del simbolo del Pd, impedendo a tanti, tra cui il sottoscritto, di rinnovare la tessera. Infine, lo chiedano anche al senatore Mirabelli, commissario provinciale, che nel 2017, alla loro presenza e con il loro silenzio complice, rifiutava la tessera a me, che ero stato l’ideatore del centrosinistra di Carinaro e a mio fratello Biagio, grande attivista del partito; tessera che invece veniva rilasciata a chi beatamente era in altri luoghi.
Il sottoscritto, insomma, non ha la tessera del Pd da qualche anno e, dovrebbe essere chiaro anche agli stupidi, un partito che ti respinge è un partito che non vuole il tuo voto. Ciò detto, avendo la sindaca rimarcato la mancanza di competitors disponibili al confronto e tenuto conto che chiede ai carinaresi di essere promossa al grado di deputato, le faccio una proposta: perché venerdì 2 marzo non chiude la sua campagna elettorale a Carinaro organizzando un confronto in piazza con i cittadini e con noi dell’associazione Terra Nostra, per discutere dei suoi primi quattro anni di amministrazione? Noi siamo prontissimi ad essere presenti. Siamo purtroppo certi che non sfrutterà quest’occasione per dimostrare a Carinaro che il giudizio che la nostra associazione ha espresso sulla sua amministrazione è un giudizio infondato.
In ogni caso ci pensi sul serio: sarebbe un’occasione straordinaria per far comprendere, anche ai pochi che ancora non l’hanno capito, chi sono i nani e le ballerine della politica carinarese. Ma, state certi che l’ineffabile signora, come fa da quattro anni a questa parte, scapperà dal confronto per paura di dimostrarsi inadeguata per entrambi i ruoli. A Carinaro si dice: “Un piatto vacante”.
Mario Masi