Consorzio Servizi Sociali tra 9 comuni aversani: favorevoli e contrari

di Redazione

Favorevoli e contrari al Consorzio intercomunale per le politiche sociali per l’Ambito C6 che comprende i comuni di: Casaluce (capofila), AversaCarinaro, CesaGricignano, Orta di Atella, Sant’Arpino, Succivo e Teverola. La decisione assunta all’unanimità dal Comitato Istituzionale d’Ambito, composto dai primi cittadini dei comuni interessati o da loro delegati è piombata come un fulmine a ciel sereno nel dibattito politico locale. Il timore è che si dia vita all’ennesimo carrozzone clientelare che serva solo per creare nuovi posti di lavoro, ma non a migliorare i servizi erogati.

Per quanto riguarda Aversa, maggioranza e opposizione sembrerebbero essere allineate, soprattutto perché la costituzione del consorzio consentirebbe alla città normanna di recuperare un ruolo centrale che oggi non ha considerando che il comune capofila è Casaluce. “Il ragionamento – afferma Carmine Palmiero, presidente della commissione consiliare Politiche Sociali del Comune di Aversa – è molto semplice: per anni abbiamo avuto come comune capofila Casaluce e Aversa usciva mortificata da questa situazione. Oggi, grazie a questa proposta mia e del collega Marco Villano, possiamo assumere la guida dei servizi da elargire in ambito socio-sanitario e, considerando la quota abnorme che toccava al comune di Aversa, questo accadrà senza un maggiore aggravio per le casse del comune. Infatti, Questa soluzione fu proposta da me e dal consigliere Villano nell’ultimo Consiglio, ovvero quando il nostro ente si è visto aumentare di 50mila euro la quota per far parte dell’Ambito C6”. “Andremo a pagare – continua Palmiero – più o meno la stessa quota stando nell’ambito, ma lì non eravamo capofila pur versando 424.320 euro l’anno. Questo vuol dire che l’indirizzo politico amministrativo era dato dal comune di Casaluce. Nel Consorzio Aversa ricoprirà un ruolo fondamentale nelle scelte in ambito socio sanitario. Questa la motivazione alla base del nostro emendamento approvato nell’ultimo consiglio comunale”.

Chiusura totale a Cesa dove una parte della stessa maggioranza, con i consiglieri comunali Luigi De Angelis e Filomena Di Santo, afferma: “E’ facile dire a parole che non ci saranno costi aggiuntivi per il nostro Comune in caso di adesione. Forse la stima dei trecentomila euro fatta dal presidente dell’ambito, è addirittura bassa rispetto ai costi effettivi. E non ci si venga a dire che il Comune di Cesa pagherà la stessa quota di partecipazione senza ulteriore carico a danno dei cittadini perché significherà che a pagare saranno tutte quelle fasce deboli che si vedranno ridotti i servizi erogati”.

“Provo – ha dichiarato il consigliere comunale di Carinaro, Giuseppe Barbato, capogruppo dell’opposizione, nettamente contrario – un senso di totale disaccordo, se si pensa solo che attualmente l’organico del nostro ambito è formato sostanzialmente da dipendenti comunali dei comuni che ne fanno parte. E se penso che l’erigendo consorzio prevede: un direttore generale, degli impiegati amministrativi, dei progettista sei servizi, addirittura la nascita di una piattaforma telematica, le spese per la progettazione sociale, poi le spese  per i locali cui dev’essere ubicato come i costi per l’energia elettrica, per la cancelleria e per tutto l’occorrente e a quanto si è appreso i locali li metterebbe il Comune di Aversa; allora viene logico pensare ma davvero tutto questo giova ai nostri ammalati, ai nostri poveri a cittadini delle fasce deboli la nascita di questo consorzio?”.

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