Diventa un caso diplomatico il blitz dei gendarmi francesi in un centro di migranti a Bardonecchia (Torino), in alta Val di Susa. Il ministero degli Esteri italiano ha convocato l’ambasciatore francese: “Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione”.
Ma Parigi rivendica la legittimità dell’intervento in Italia. Il ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, cui fanno capo i doganieri, in un comunicato, afferma: “Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone”.
“Altro che espellere i diplomatici russi, qui bisogna allontanare i diplomatici francesi! – ha detto il segretario della Lega e leader del centrodestra Matteo Salvini – Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi”. “Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo da soli!”, ha scritto in seguito Matteo Salvini su twitter.
“Il blitz condotto dalla polizia francese a Bardonecchia è un fatto grave, che preoccupa – dicono i capigruppo M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli -, e sul quale Parigi deve fornire spiegazioni. Soprattutto su temi come quello dell’immigrazione, che coinvolge tutta l’Europa, la collaborazione e la condivisione di informazioni tra partner Ue è fondamentale. In questo caso, stando anche alle parole del sindaco Francesco Avato, sembra sia venuta meno, per questo ci aspettiamo che la Francia chiarisca quanto prima”. In un tweet, la reazione del capo politico M5S Luigi Di Maio: “Bene ha fatto la Farnesina a convocare l’ambasciatore francese – scrive -. Quanto accaduto a Bardonecchia deve essere chiarito completamente in ogni suo aspetto”.
Il Direttore Generale per l’Ue, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all’ambasciatore francese la ferma protesta del governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile, e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni”. Si tratta di un “grave atto, considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri” e che “mette in discussione” il suo funzionamento.
Il ministero degli Interni, intanto, sta valutando l’opportunità di sospendere le ‘incursioni’ all’interno di tutto il territorio italiano da parte del personale delle forze di polizia e dei doganieri francesi. Lo si apprende da qualificate fonti del Viminale dove si giudica la risposta arrivata dal ministro francese dei conti pubblici sul caso Bardonecchia “non soddisfacente e inesatta”.
Sono piombati armati nella sala della stazione di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia, dove opera Rainbow4Africa. E, di fronte allo stupore di medici e volontari, hanno costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine. E’ un vero e proprio sconfinamento quello compiuto la scorsa sera da cinque agenti delle dogane francesi. A denunciarlo l’associazione che assiste i profughi che sempre più numerosi scelgono le Alpi per tentare di oltrepassare la frontiera. Una “grave ingerenza nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane”, si legge in una nota diffusa a tarda sera, con cui Rainbow4Africa ricorda che “un presidio sanitario è un luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra”. Da alcuni mesi Bardonecchia, località sciistica della Valle di Susa, si trova al centro della rotta dei migranti che, abbandonata la via di Ventimiglia, tentano di raggiungere la Francia nonostante la neve e il gelo. E nonostante la rigidità delle autorità francesi.
Dallo scorso dicembre sono un migliaio i profughi, per lo più nordafricani, che hanno trovato assistenza nelle stanze della stazione di Bardonecchia dove è avvenuta l’irruzione. Gli agenti della dogana francese accompagnavano un migrante, come altre volte in passato. Solo che anziché scaricarlo davanti alla stazione, sono entrati nei locali della Ong, costringendo il profugo al test delle urine e intimidendo un medico, i mediatori culturali e i volontari dell’Asgi, l’associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione. Ad allontanare gli agenti transalpini ci ha pensato il personale del Commissariato, avvisato dalla stessa Ong di quanto stava accadendo. L’episodio rischia ora di diventare un caso diplomatico. Rainbow4Africa ricorda infatti di agire “secondo principi inviolabili di indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità.
L’azione degli agenti della Dogana Francese viola tali principi”, insiste l’associazione, secondo cui “il comportamento adottato nei confronti dell’ospite nigeriano appare irrispettoso dei diritti umani”. “Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni – commenta Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa – Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti”. “Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione – aggiunge l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente di Asgi -.Si valuterà pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti”.