Armi e cocaina. 19 arresti (16 in carcere, 3 ai domiciliari) tra Roma e Napoli e 44 perquisizioni ad opera di 200 carabinieri che sono intervenuti con elicotteri e l’aiuto delle unità cinofile. Sono finiti nel mirino dei carabinieri due gruppi criminali, uno a connotazione camorristica e l’altro che si avvaleva della collaborazione di esponenti della ‘ndrangheta. Entrambi operavano a Roma. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di cocaina, aggravata dall’uso delle armi.
Tra i fermati c’è anche una donna e alcune persone di origine albanese. A due delle persone in carcere viene contestato il reato di lesioni gravi, commesse con arma da fuoco e con modalità mafiose. Le perquisizioni sono state effettuate a carico di soggetti risultanti gravitare nell’orbita dei due gruppi criminali, per lo più residenti nel quartiere romano di San Basilio, ma anche a Napoli, Nettuno e paesi limitrofi a Roma. Si tratta di pusher, vedette e vari galoppini delle associazioni colpite dall’operazione dei carabinieri di via In Selci e della Procura antimafia capitolina.
L’indagine, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma, avrebbe accertato l’operatività di due distinte organizzazioni criminali, entrambe armate e dedite al narcotraffico, in stretta sinergia tra loro, di cui una di tipo mafioso a connotazione camorristica, capeggiata dai fratelli Salvatore e Genny Esposito, figli di Luigi detto “Nacchella”, e l’altra con a capo Vincenzo Polito, che si avvaleva della collaborazione di esponenti delle cosche di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, le famiglie Filippone e Gallico, presenti nella Capitale e che operavano tra San Basilio e il litorale. Tra i destinatari dell’ordinanza anche il noto Arben Zogu, di origini albanesi.
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