Don Michele Barone, il sacerdote in carcere da alcune settimane con l’accusa di avere sottoposto a trattamenti di brutale violenza una tredicenne ritenuta posseduta dal demonio, arrivò a minacciare il vescovo Angelo Spinillo quando quest’ultimo gli notificò il provvedimento di ammonizione: è lo stesso Spinillo che lo ha raccontato agli inquirenti di Santa Maria Capua Vetere quando è stato ascoltato lo scorso 6 marzo.
“Il 19 dicembre 2017, dopo aver convocato Barone alla presenza di altri quattro sacerdoti appartenenti alla diocesi – ha messo a verbale il vescovo di Aversa – gli abbiamo notificato un formale provvedimento di ammonizione attraverso cui il sacerdote veniva formalmente invitato a proseguire in quel tipo di condotta. Nel corso della riunione don Michele reagì in modo verbalmente violento, minacciando tutti i presenti, me compreso, di denuncia per diffamazione e calunnia”.
A don Barone il vescovo parlò anche della lettera ricevuta dalla diocesi di Ferns, in Irlanda, che segnalava il comportamento violento tenuto dal sacerdote nella hall di un albergo di Medjugorie in occasione di un pellegrinaggio. Il prete andò su tutte le furie, affermando che gli irlandesi sono “ubriaconi” e pertanto non sono attendibili. Non solo: quando, dopo la puntata de “Le Iene” che ha rivelato le violenze sulla ragazzina, il vescovo lo ha sospeso per un anno dal ministero sacerdotale, don Barone non ha accettato questa decisione. “Successivamente al suo arresto – ha detto ancora il vescovo agli inquirenti – ho ricevuto una lettera da don Michele proveniente dal carcere, datata 24 febbraio 2018, avente ad oggetto la richiesta di revoca del decreto di sospensione. Il primo marzo ho provveduto ad inviare la risposta negativa a don Michele inviandola alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dopo di questo ho ricevuto un telegramma di don Michele il quale chiedeva di recarmi a fargli visita in carcere”.
Ma don Barone, che spesso era in televisione come ospite di trasmissioni anche di carattere nazionale, aveva contatti con personaggi del mondo dello spettacolo come Claudia Koll e Sara Tommasi, che potrebbero anche entrare a far parte della lista di testimoni. Ma al momento, come rivelato dal Mattino, l’unico ad essere stato convocato è Luciano Moggi. L’ex direttore generale della Juventus è stato chiamato a seguito delle numerose interviste rilasciate da Barone nel corso degli anni, durante le quali ha indicato Moggi come amico.
Ieri, intanto, davanti al tribunale del Riesame, si è celebrata l’udienza nel corso della quale i difensori di Barone, Carlo Taormina, e del dirigente di polizia Luigi Schettino, Carlo De Stavola, hanno chiesto l’annullamento della prima ordinanza di custodia cautelare. La decisione sarà presa nelle prossime ore, così come a stretto giro si svolgeranno gli interrogatori di garanzia degli indagati per la seconda ordinanza.