I “furbetti del sussidio” nell’agro aversano: 722 denunce in un anno

di Redazione

Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, solamente nel corso del 2017, su delega delle competenti Procure della Repubblica, ha concluso mirati accertamenti su 24 società che sulla carta risultavano aver assunto centinaia di lavoratori per poi, in breve tempo, licenziarli tutti, creando così il presupposto normativo per permettere loro di ottenere l’indennità mensile di disoccupazione da parte dell’Inps.

Le indagini sono scaturite dall’attività di controllo sul territorio svolta degli ispettori dell’Ente previdenziale che ha dato luogo ad una serie di denunce all’autorità giudiziaria per possibili condotte fraudolente poste in essere dai rappresentanti legali e dagli amministratori delle società ispezionate, in concorso con i lavoratori fittiziamente assunti e poi beneficiari del contributo sociale. Da qui gli ulteriori accertamenti di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza che hanno accertato, in tutti i casi, la fittizietà dell’impresa e dei sottostanti dichiarati rapporti di lavoro.

A fattor comune, infatti, è stata rilevata l’inesistenza di sedi operative, la mancanza di qualsivoglia contabilità e l’insussistenza delle attività dichiarate: praticamente le società che risultavano datori di lavoro erano in realtà scatole vuote appositamente create al solo scopo di assumere solo cartolarmente una serie, spesso numerosa, di asseriti lavoratori, che poi venivano formalmente licenziati. L’esame dei casi investigati ha permesso inoltre di trarre alcune prime conclusioni sul fenomeno fraudolento attenzionato: innanzitutto le sedi dichiarate delle imprese circoscrivono un ambito territoriale ben delimitato, interessando per lo più i comuni dell’agro aversano e, in particolare Villa Literno, Villa di Briano, Casal di Principe e Frignano; in secondo luogo il settore economico più colpito è senz’altro l’edilizia (ben 16 casi su 24) ed a seguire i servizi di pulizia e l’agricoltura.

Anche la cifra del fenomeno desta allarme: solo nell’ultimo anno ben 722 soggetti denunciati per truffa aggravata nei confronti dell’Ente previdenziale per un profitto illecito che supera i 3 milioni di euro. Questa è probabilmente solo la punta dell’iceberg, in quanto il numero delle aziende potenzialmente coinvolte in fenomeni analoghi potrebbe risultare notevolmente superiore, in ragione del numero di accertamenti ispettivi effettuati dall’Ente previdenziale.  Proprio dall’analisi di tali dati le Fiamme Gialle, sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, stanno ora approfondendo eventuali rapporti tra i soggetti coinvolti per capire se è possibile risalire ad una matrice comune che conduca ad un’unica organizzazione che sembra potersi avvalere anche del fattivo contributo di infedeli professionisti del settore.

L’attenzione investigativa da ultimo riposta sullo specifico contesto ha portato poi ad una migliore sinergia tra le varie Amministrazioni operanti con compiti di vigilanza e controllo in chiave antifrode, testimoniata anche dalla recente sottoscrizione di uno specifico protocollo d’intesa tra la Procura sammaritana, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Caserta e la Direzione Regionale Inps della Campania, a Napoli, che riconosce la Guardia di Finanza quale polizia giudiziaria specializzata nel contrasto ai reati economico finanziari e quotidianamente impegnata nella lotta alle illecite percezioni di contributi e sussidi pubblici.

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