Il latitante Antonino Pesce, 26enne appartenente alla omonima cosca della ‘Ndrangheta, è stato arrestato dalla polizia a Rosarno. Ricercato da un anno per associazione mafiosa, Pesce è stato bloccato dagli uomini della squadra mobile e del Servizio centrale operativo (Sco) in un appartamento della cittadina nella piana di Gioia Tauro.
Il latitante era sfuggito alla cattura durante l’operazione della Polizia e della Dda di Reggio Calabria che un anno fa ha portato in carcere diversi esponenti della cosca. Pesce, secondo gli inquirenti, gestiva assieme ad altri il trasporto su gomma degli agrumi da Gioia Tauro alle regioni italiane. Si è arreso alzando le mani.
Con l’arresto di oggi sono stati tutti catturati i latitanti della cosca Pesce. Gli investigatori stavano cercando Pesce da un anno con il coordinamento della Dda reggina guidata dal procuratore facente funzioni Gaetano Paci. Quando hanno avuto conferma che il latitante si nascondeva in un appartamento a Rosarno, i poliziotti hanno isolato il condominio e poi hanno fatto irruzione. Alla loro vista Pesce si è subito arreso. Gli agenti adesso, stanno vagliando la posizione di altre persone che erano nell’appartamento.
Antonino Pesce, nonostante la giovane età, è ritenuto dagli investigatori un elemento di rilievo della cosca, in considerazione anche del fatto che tutti i boss sono detenuti. L’uomo, secondo l’accusa, dalla latitanza, avrebbe assunto, di fatto, la direzione della cosca. Tra l’altro era incaricato di gestire con metodologia mafiosa, insieme ad altri esponenti di spicco della ‘ndrina, il trasporto su gomma dei prodotti agrumicoli dalla Piana di Gioia Tauro verso altre regioni d’Italia.
Pesce si era dato alla latitanza dall’aprile dello scorso anno quando sfuggì alla cattura nell’operazione ‘Recherche’ con la quale fu smantellata la rete dei fiancheggiatori che per anni avevano protetto la latitanza del boss Marcello Pesce, di 54 anni, considerato il capo strategico del clan, attivo in importanti settori criminali e con diramazioni nel nord Italia, soprattutto in Lombardia, arrestato nel dicembre 2016 dopo sei anni di latitanza.
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